di un processo più vasto: sì che basterà rinviare qui alle considerazioni già fatte. . Mi sembra·, inso1nma, che collocandoci dal punto di vista della democrazia di masse si comprendano . meglio le trasformazioni intervenute nella società politica contemporanea, si colga la logica -di tali . trasformazioni e si intenda con più maturità la crisi dei nostri regimi" politici. Certo, co1ne si è già accennato, la spinta egualitaria, che è stata il principale cc fattore generatore » dei mutamenti che sono ancora in corso, non è stato l'unico fattore determinante di tali mutamenti al livello istituzionale: ad essa bisogna aggiungere l'organizzazione industriale -della società, con la nascita di una nuova élite di cc managers », e l'estensione crescente delle competenze .della collettività nel settore dell'economia, che ha portato a co11tatti sempre più stretti e ad un intreccio profondo tra élites politiche ed élites industriali (intese queste nell'accezione più vasta: dai cc managers » ai capi sindacali); e finalmente l'esigenza di assicurare la gestione di un apparato statale sempre più vasto, che ha causato un accrescimento di responsabilità e di poteri 11ei gradi più ele,vati della burocrazia. Non credo, tuttavia, che sia valida l'osservazione -di Rovan nel libretto già ricordato, che, cioè, s'imponga nel nostro tempo la necessità di ripensare e ridefinire più strettamente il campo della politica vera e 11ropria: l'area della politica resta quella. che è sempre stata, quella dell'esercizio del potere politico; e in un regime democratico il pro- · cesso decisivo della vita politica resta quello del decision-making. Ma proprio per questo noi abbiamo l'esigenza di escogitare i meccanismi istituzionali nuovi per questa democrazia nuova, a tutti i livelli ed in tutti i settori dell'umana attività. Bisogna innanzi tutto agevolare quella funzione propria dei ceti dirigenti di tradurre in scelte qualitative la dimensione quantitativa della democrazia di masse : il che significa che occorre migliorare la selezione del ceto dirigente e porre in essere quegli istituti che facciano dell'incontro tra le \'arie élites (di partito, parlamentari, burocratiche, manageriali e sindacali) un fatto di rilevanza pubblica e politica, un passaggio necessario (e dunque controllato e controllabile politicamente) del processo di formazio_ne della decisione politica. Ma vuol dire anche assicurare la stabilizzazion-e dell'esecutivo e 1~ partecipazione al processo çli decision-making di almeno un piccolo gruppo di uomi11i sottratti alla legge .delle maggioranze. Bisogna ammettere franca1nente la funzione pubblica dei partiti' come tramiti indispensabili ormai del processo democratico, riconoscere che in essi 30 Bibliotecaginobianco
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