Figlio, dunque, della prosperità e non della depressione (ed -ecco smontato in pratica un altro mito del nostro dottrinarismo politico: che solo la miseria crei turbolenze!), figlio di ansie causate da una· promozione sociale tipkamente democratica e da pericoli anch'essi tipici di un assetto sociale democratico (il già mentovato timore della mobilità), · figlio di un avvenimento di proporzioni formidabili, il crollo dell'invulnerabilità della· fortezza americana, che i mezzi di comunicazione di massa hanno messo alla portata della comprensione di tutti, trasformandolo in un trauma psicologico collettivo, e che le strutture perfettamente funzionanti del consenso e della legge delle maggioranze hanno immediatamente tradotto in termini politici, il maccartismo, come si è già detto, è un fenomeno omogeneo alla società democratica di masse, un fatto che poteva verificarsi, nelle guise in cui si è verificato, solo in una società di questo tipo. Questo non è che un esempio, tra i molti che si potrebbero fare, dei tremendi pericoli che reca nel suo seno la <lemocrazia del nostro tempo; e lo si è scelto solo perchè è il più clamoroso ed insieme perchè si è manifestato in un paese a tradizioni di libertà due volte secolari. E so bene che molti, adusati a pensare in termini schematici o ancora irretiti dalla mitologia della democrazia come realizzazione in terra della città di Dio, proveranno un moto di orrore innanzi a questa conclusione, e penseranno che essa non può essere accettata. Tuttavia è così: non si sarebbe avuto il maccartismo, con tutte le sue conseguenze, se gli Stati Uniti non fossero stati un pa·ese demo~ratico, nel quale l'opinione pubblica ha un peso decisivo e nel quale vi sono elezioni liberamente fatte! Comunque, a quelli che riluttano ad ammettere tale fatto vorrei ricordare un episodio della storia di una delle più antiche democrazie del mondo, un episodio della storia ateniese: quando il popolo di Atene volle ad ogni costo processare gli strateghi vittoriosi alle Arginuse, accusandoli di non essersi. fermati a soccorrere i marinai e combattenti caduti in mare, e Socrate, dopo essersi opposto con ogni mezzo a quel processo, che implicava una grave violazione delle leggi allora vigenti, fu costretto a ritirarsi dal collegio dei pritani per non rendersi complice di un delitto. Dunque, ad Atene, che Pericle aveva definito « maestra dell'Ellade » ed umanissima di tutte le città nel logos epitaphios, potevano accadere cose simili: e a ciò pensava sicuramente Platone quando faceva dire al Socrate dell'Apologia eh' egli si era tenuto volontariamente lontano daUa politica perchè « non e'è uomo che possa salvarsi quando si opponga sinceramente non dico a voi, ma ad una qualunque altra moltitudine, 23 BibliotecaGino Bianco
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