nel mondo secondo categorie ge11era1issime (e quindi assai poco significanti) di loro diretta conoscenza, oppure si fanno, i11volontariamente, portavoci di un'impostazione polemica interessata, quella comunista, cl1e tende a semplificare i contrasti per provocare intorno a'd essi schieramenti unitarii. In realtà il fenomeno maccartista (che va evidentemente assai al di là dell'avventura personale dell'uomo che gli ha dato il st10 nome) è un fenome110 non estraneo, ma anzi omogeneo ad una società democratica di masse, e più precisamente a quella singolare società democratica di masse che è la società americana. Esso è omogeneo ad una società etnicamente differenziata· e 110n ancora perfettamente integrata, nella qt1ale v'è una pa1tecipazione q11asi totale e per lo più non etero-diretta alla vita pubblica, nella quale tutti gli strumenti della democrazia di masse (dalla radio ~ televisione ai ~ondaggi di opinione) consentono di registrare, momento per momento, le inclinazioni reali del popolo e in cui, fìnalme11te, il dottrinarismo propriamente democra- · tico della ricerca del consenso oltre cl1e la tendenza degli eletti ad essere rieletti inducono i dirigenti a modificare le loro posizioni conformemente alle inclinazioni popolari. In effetti, in una società totalitaria un fenomeno del genere non è pensabile come fenomeno spontaneo, ma soltanto come tendenza sollecitata dall'alto: ciò che in un regime democratico è, se si vuole, una manifestazione di autentico e libero isterismo di masse, in t1n regime totalitario sarebbe un isterismo comandat9 ! Nè tale feno~eno sarebbe pensabile in un regime liberal-democratico degli anni tra· la prima e la seco11da metà del secolo scorso, o anche di quelli della piena seconda metà, dove gli abiti aristocratici dei ceti dirigenti costituivano, per così dire, un filtro delle reazio11i collettive, pur se già alla fine dell'Ottocento si possono registrare delle incrinature, che col tempo si andranno allargando sempre più. Non c'è bisogno di ripetere qui in ogni particolare le analisi acutissime di Hofstadter, di Riesman, di Parsons, di Glazer e di Lipset, nelle quali il maccartismo è presentato per quello che è veramente, fuori di ogni suggestione di schemi europei. Sarà sufficiente ricordare che q11el fenomeno, che ha tormentato per più anni la vita americana, non è nato da una suggestione totalitaria, ma dalle ansietà dei ceti che avevano da poco conquistato uno status sociale e che, temendo di perderlo per la tremenda mobilità della vita democratica americana, si mostravano altrettanto febbrili politicamente dei ceti in via di declassamento, ed aderivano, in_ conseguenza, all'ideologia di un cc americanismo » contra9dittorio ma fervente, che essi erano port~ti a difendere \ 21 Bibliotécaginobianco
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