Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

dell'assetto sociale. N011 1ni IJare, tutta via, che si possa dire che l' introduzione del modo scientifico di produzione, proprio dell'era ind ustriale, abbia esercitato 11elle società europee una fu11zione paragonabile a quella cl1e sta esercitando, ha esercitato ed eserciterà in certe società africa11e o asiatiche. E a giustificare una simile affermazione basterebbe la riflessione che le società pre-industriali europee erano ad uno stadio di svilt1ppo civile e ct1lturale ben altrimenti avanzato (o, se dispiace questo verbo, nel quale si potrebbe vedere un git1dizio di valore, profondamente· differente); e soprattutto l'osservazione di buor1 senso che, mentre per quei paesi africani ed asiatici, cui qui facciamo riferimento, il modo scientifico di prodt1zio11e è, per così dire, t1na « macchina » importata dall'esterno, ed è quindi affatto estranea alle loro tra·dizioni culturali, nell'Et1ropa del Sette ed Ottocento esso era, invece, qualcosa che proprio e solo il progresso scientifico e culturale europeo aveva inve11tata e messa a punto. Le vecchie ideo·logie e strutture politiche assolutisticl1e delle società pre-industriali et1ropee, prima <li essere messe in crisi dall'avvento del modo scientifico di produzione, erano contestate e messe in crisi dallo svilu1Jpo di nuovi ideali politici, da una nuova· cultura e filosofia e dal nuovo pensiero scientifico, che ne avevano erose le fondan1enta religiose e tradizionalistiche già parecchio tempo innanzi che la società industriale offrisse il modello di una nuova realtà produttiva. Insomma, nelle società pre-industriali europee il modo scientifico di produzione è stato soltanto un fattore co11corrente con altri e ad t1n certo pt111toanche un fattore di accelerazione di certe trasformazioni sociali, ma non è stato sicuramente la cat1sa t1nica e 11e1J1Jurela causa 1)rima di tali trasformazio11i, e ha ricevuto la sua « valenza » politica dall'esterno. Il modo scientifico di procluzione - in qt1esto Aron ha 1Jerfettamente ragione - vuol dire società industriale; e società industriale vuol dire costruzione di fabbriche, uso crescente delle macchi11e fino all' automa'zione, concentrazione degli operai nelle città e spopolamento delle campagne. e creazione di un 11uovo eqt1ilibrio nella distribuzione della popolazione. Nessu110 può negare l'importanza di fatti di questo ge11ere e la loro influenza stilla società tutta intera, sulle tra'sformazioni del corpo sociale. Tuttavia, sarebbe erroneo affermare cl1e in tale impulso alla trasformazione vi sia' una potenzialità democratica. Il Giappone potè, nei decenni a cavaliere tra Otto e Novecento, fare proprio il modo scientifico di produzione, accompagnandolo ad _una restaurazione arcaicizza11te dello shintoismo, con le consegt1enze cl1e sappiamo; ed 11n ferreo totalitarismo 17 Biblioteca inobianco

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