mondo ») Raymond Aron ha· insistito con forza sul fatto che la società occidentale dell'ultimo secolo e mezzo (e quella russa dell'ultimo cin- \ quantenni~) è una società industriale. Riprendendo l'analisi comtiana di oltre un secolo fa·, egli ha ricordato che liberando definitivamente dalle vecchie limitazioni corporative il lavoro umano, trasformando ·il lavoro stesso attraverso l'applicazione della scienza all'organizzazione· della produzione e determinando i nuovi valori non· più in ba1se alle ideologie tradizionali, ma in funzione di un'organizzazione tradizionale della società e della produzione, la fase industriale dello sviluppo economico ha fatto assumere caratteri interamente nuovi alla soèietà. La società industriale non sarebbe un fenomeno soltanto quantitativo e formale, ma implicherebbe una trasformazione delle attitudini umane e dell'organizzazione sociale: « essa1 - ha scritto Aron - cambia in modo fondamentale il sentimento del tempo e della tradizione: ed in conseguenza è impossibile che, nel momento in cui l'assetto della società si rivoluziona per adattarsi al modo scientifico di produzione, un potere possa essere fondato solo sul fatto che· è esistito ... Le fonti tradizionali del potere cadono nel mondo intero proprio a causa dell'urto della società industriale ». Dove sembra di intravvedere quasi un tentativo di spiegazione sociologica della crisi delle vecchie ideologie e strutture assolutistiche in Euro-pa ed insieme un pregiudizio favorevole alla società industriale come fattore e vettore di trasformazioni in senso democratico della1 società; e dove, in conseguenza, Aron sembra suggerire che uno dei dati decisivi delle nostre strutture democratiche (e quindi anche delle trasformazioni che si stanno svolgendo ai nostri giorni) sia da vedere proprio nelf avvento del 1nodo scientifico di produzione. A me sembra che in questa visione delle cose vi sia certamente un'ipotesi di lavoro molto suggestiva ed interessante per lo studio delle trasformazioni che sono in atto o che possono avvenire nei paesi cosiddetti sottosviluppati, o almeno in una parte di essi. Poichè ciò che caratterizza tali paesi non è soltanto il sottosviluppo economico, ma anche uno stadio particolare di arretratezza culturale o politica, o un certo tipo di civiltà, che è molto diverso da quello dell'Europa, non solo di oggi, ma anche di due secoli fa. È evidente, ad esempio, cl1e nelle contrade africane, nelle quali sussistono ancora strutture tribali, nelle quali il potere, il lavoro, i rapporti familiari, sono ancora 1 quelli propri dello stadio tribale della civiltà, il passaggio allo stadio industriale produrrà una rivoluzione profonda della cultura, della civiltà e 16 · Bibliotecaginobianco I
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