tro la sconsacrazione dell'universo operata dalla scienza e dalla filosofia a tutto vantaggio del profano. La « natura naturale » è rivendicata come salute e unità or1g1naria, non è quindi il campo d'incontro e di unificazione di certe tecniche d'indagine, come vuole la moderna filosofia della scienza, ma è fascinosa e tremenda : come nella lirica di Hoderlin, Natura e Sacro si identificano. « La natura come forza regolatrice e armonizzatrice » è ormai distrutta e subentra una nuova realtà « che sconvolge il vecchio equilibrio ed ancora non ne porta uno nuovo » . Come anti~oto a questa situazione alienante, Barletta vede nel cc ritorno al mito » un itinerario di salvezza, il che, nella concezione junghiana, significa rifarsi agli strati profondi della psiche in cui ,giacciono gli archetipi, immagini primordiali comuni a tutti gli uomini, che l'arte moderna provvede a ·vivificare e ad elevare oltre la soglia della coscienza, dove potranno esercitare la loro funzione terapeutica e catartica. cc Là dove la logica non ha più nessun potere: nel mito. Qui soltanto il significato dell'essere si mostra apertamente. Qui soltanto la verità si identifica nella rivelazione. E tutto ciò ha un solo nome: sacralità. Nella sacralità del mito la verità parla. Nella profanità della ragione la verità tace »·. Solo ricorrendo alla sacralità del 1nito è possibile salvare lo spirito u1nano, insidiato dalle forze esterne che cercano di coartarne la libertà, di sopprimerne l'individualità. In un'era dannata da un « destino tecnologico e scientifico » lo spirito si riduce in un « limbo interiore ». « Il limbo interiore è lo spirito prigioniero... è la segregazione dello spirito da sè medesimo... è la condizione delle anime scisse e non ·comunicanti. Delle anime perennemente soggiacenti al pericolo della morte più nera. La morte spirituale ». La rnorte è il rischio di una situazione limite, in cui dal pericolo di cc non esserci » ci si riscatta col rituale e col mito. Il mondo moderno tecnicistico e razionalistico mette in crisi la coscienza, che si riduce a cc limbo interiore » e cerca salvazione. Questo quadro della situazione umana, incentrata sulla dialettica tra la « natura artificialis e il «limbo interiore», risulta o è verificato dal Barletta nella concettualizzazione dei « miti pittorici » di Sergio Fergola - un giovane astrattista napoletano - concettual\zzazione estremamente ardua, avverte l'Autore, trattandosi di cc simboli... che hanno una comunicatività del tutto visuale ». Alla rivalutazione del mito si affianca così la polemica, ora sotterranea ora dichiarata, contro il formalismo purovisibilista congenitamente incapace di comprendere una produzione artistica che trascende il visibile. L'esigenza dell'interpretazione dei contenuti mitici è di fondamentale importanza se ci si vuole rendere conto effettivamente delle opere d'arte, tralasciando i contenuti mitici si è persa cc proprio la parte più nuova,· più virulenta » dell'arte moderna. Barletta ci propone quindi una iconografia delle opere astratte fondata sulla convergenza di cc giovani scienze » quali la psicoanalisi, la psicologia analitica, la scienza delle religioni, la mitologia comparata ecc. cc L'iconografia serve ad identificare quale rappresentazione del reale le opere d'arte ci propongano ... Se l'iconografia dell'arte antica si riferiva a miti e leggende, 121 Bibliotecaginobianco '
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