Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

f enome110 che va al di là di tn1a decade11za1 , e cl1e può addirittura definirsi una grande catastrofe storica? Evidentemente le ragioni sono molteplici. V'è innanzi tutto come il risveglio da un lungo sonno : la crisi, cioè, dell'ottimismo progressista, che aveva dominato la filosofia politica democratica fino a due o tre decenni fa, e la ripresa di co- . scienza, da parte degli spiriti più pe~sosi, di quella che era stata la critica liberale della democrazia, la critica dei miti democratici e delle insufficienze organiche dei regimi democratici. All'indomani delle tensioni terribili della' seconda guerra mondiale, la quale aveva rafforzato dovunque l'entusiasmo democratico, la fede nell'ideologia democratica come nell'assoluto e la speranza che quella che si sarebbe combattuta fino alla vittoria sarebbe stata l'ultima· delle guerre per la libertà, all'indomani dj quelle tensioni, la democrazia come realizzazione in terra della Civitas Dei, come costruzione della « città felice », s'è trovata esposta alla· sfida più poderosa cl1e mai avesse dovuto fronteggiare : la sfida della religione comunista. La forza di contestazione propria del totalitarismo di tipo comunista s'è rivelata maggiore perfino di quella del nazismo, perchè nella sua logica del terrore o anche semplicemente dell'oppressione v'era un'insidia psicologica affatto assente nell'ideologia nazionalsocialista: v'era, cioè, la promessa - una promessa di cui, tuttavia, si attende la realizzazione da tre generazioni - che terrore ed oppressione ed austerità forsennata non erano al servizio della supremazia razziale di un popolo, ma al servizio dell'umanità tutta intera, al servizio di una forma di democrazia meglio conforme di ogni altra alle reali esigenze popolari. Il nazismo non poteva giustificare la distruzione di vite umane o la guerra cl1e in nome del millennio ariano; mentre il comunismo giustifica e legittima il terrore come una necessaria scorciatoia della storia verso la felicità. Sarebbe vano e sciocco negare che questo argomento sia privo di efficacia, che esso non eserciti attrazione su coloro che non riesco110 ad intenderne subito il terribile sofisma, e che quindi non sia una forza che svuota dall'interno la capacità di reazione democratica. Sarebbe vano e sciocco negarlo, soprattutto quando ogni giorno· vediamo tanti amici che si vogliono di sinistra, i quali ne sono succubi più o meno consapevoli! D'altra parte, l'improvviso apparire di un « terzo mondo », emerso dalle rivoluzioni anticolonialistiche, e la prova· che sj è fatta nel giro di poch! anni (una prova che per molti è stata una sorpresa) dell'impossibilità di creare forme di governo democratico, capaci di funzionare- realmente, nella maggior parte dei paesi di questo cc terzo mondo», 10 Bibliotecaginobianco I

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