secondo le proprie esigenze. Sarebbe oltremodo grave, se vero (e non risulta che vi siano state smentite), t111epis•odio che .si sarebbe verificato al nt1ovo ospedale di Loreto: il 29 ottobre 1960· una donna sarebbe morta i11quell'ospedale perchè la mancanza del plasma sanguigno avrebbe impedito ai sanitari di praticarle quella trasfusione che molto proba-- • bilmente, l'avrebbe salvata 22 • È dunque, questo del sangue, un problema che, per ia sua importanza particolarissima, andrebbe affrontato e risolto prima· di qualsiasi altro. Secondo quanto ci dice l'Annuario di Statistiche Sanitarie, 11ei 123 istituti di cura della provincia di Napoli - dotati di una complessiva disponibilità di 19.120 posti letto - lavoravano, al 1957, 1.688 medici: precisamente, 328 nelle case di cura private (per un complesso di 4.900 letti), e 1.360 negli ospedali pubblici (per 14.310 posti letto). Pertanto, il rapporto tra posti letto e medici era, nel 19'57, di 15 letti per medico negli istituti privati, e di poco più che 10 letti per medico negli istituti pubblici. È singolare come, sotto questo aspetto, la situazione napoletana sia meno deficitaria di quella che si registra·, ad esempio, nella provincia di Nfilano: dove il rapporto era, nello stesso anno, di 30 letti per medico nelle cliniche private, e di oltre 12 letti per medico negli ospedali pubblici. V'è da chiedersi come mai gli •ospedali napoletani, per tanti versi inferiori agli istituti di regioni più progredite, dispongano, invece, di un personale medico più numeroso (si· badi che tanto la Campania, quanto la Lombardia, sfiorano la media nazionale di u11medico ogni 650 abitanti 23 • La ragione principale, a nostro parere, è semplice: e va ricercata· nello scarso ricl1iamo cl1e l'ospedale al giorno d'oggi esercita presso le giovani leve sanitarie del nostro paese, sia per l'insufficiente trattamento economico che loro riserva (un assistente percepisce dalle 40 alle 50 mila lire mensili), sia per i limiti di tempo imposti alla carriera ospedaliera da una legge ormai superata. È spiegabile, quindi, come nelle zone depresse vi sia un maggior numero di professionisti disposti ad abbracçiare una carriera poco redditizia e limitata nel tempo; laddove 11elle regioni a più alto livello economico i giovani 22 A. GERE1 1 11ccA, Un'altra sciagura al Nuovo Loreto per 1nancanza di plasrna sanguigno?, cc L'Unità », 17 febbraio 1961. 23 BERLINGUER e DELOGU, La medicina è malata, Laterza, Bari, 1959, pag. 153. Bisogna peraltro tener presente che la massa dei medici ca1npani affluisce a Napoli, mentre in Lombardia si verifica una più equilibrata ripartizione tra le varie provincie. 108 Bibliotecaginobianco \
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