• • una società moderr1amente organizzata, per assicurare ai propri membri una efficace assistenza sanitaria), gli ospedali, diciamo, troppo spesso vengon•o portati alla ribalta della cronaca da· episodi la cui gravità è pari unicame11te alla loro assurdità. È gravissimo, ed assurdo, che due ragazzi m11oiano sul tavolo operatorio di 11n istituto romano, perchè viene fatto loro respirare un gas letale, in luogo del norn1ale anestetico. È gravissimo, ed assurdo, che in un istituto abruzzese venga somministrato a un degente l'oss_icianuro di mercurio - ossia un pote11tissimo veleno - al posto di un banale sedativo. È gravissimo, ed assurdo, che tre persone muoiano in un istitut() pugliese, perchè viene loro praticata una iniezione di strofanto anzichè di streptomicina. E l'elenco potrebbe continuare. Ciascuno di noi ricorda di avere letto s11i gi•ornali notizie di questo genere, oppure di averle ascoltate, magari dalla viva voce di quegli stessi medici e di quegli stessi infermieri, che abitualmente si rifugiano nel più assoluto mutismo ufficiale_ (determinato, per solito, dalla i11stabilità e precarietà della loro situazione professionale). Per vie sotterranee, comunque, le notizie trapelano: di qui l'esplosione improvvisa, di q11i lo sca11dalo, il frastuono... e poi, proprio come diceva Bartoli, il progressivo acquietarsi, la notizia che I dalle sei colonne passa alle quattro, alle due, a1 trafiletto, al nulla. Ciò che resta, in noi, è una sensazione di vulnerabilità, u110 sgomento, un disagio. Vogliam·o dirlo a cl1iare lettere? È la paura, che resta in noi. Sì: la gente, in Italia·, ha paura di venire ricoverata in ospedale 2 • In 11nprececlente n11mero di « Nord e Sud », abbiamo cercato di individuare le ca11se principali delle deficienze che oggi si lame11tano nella situazione ospedaliera del nostro paese. Le riassumeremo brevemente: sono insufficienze di naturà edilizia e tecnica; sono ·ordinamenti anacronistici; è la mancanza, da parte dello Stato, di una politica organica 11elcampo dell'assistenza sanitaria; è il vivo disagio delle categorie mediche ospedaliere (tanto s11l piano economico, quant() in relazione alla carriera), e il consegu~nte abbandono del lavoro in ospedale da 2 È recentissimo l'episodio verificatosi presso l'ospedale romano di S. Giovanni, pochi giorni dopo la tragica 1norte, della quale s'è fatto cenno, di due ragazzi ivi ricoverati. Si presentava al nosocomio un giovane in preda a lancinanti dolori. Diagnosticata l'appendicite, i sanitari disponevano per un immediato intervento. Ma il giovane, che evidentemente era rimasto impressionato da quanto era accaduto nella camera operatoria dell'ospedale, approfittava di un attimo nel quale era rimasto solo, per darsi alla fuga (cfr. « Il Mattino», 28 giugno 1961). 99 Bibliote~aginobianco
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