• in un mon-do come quello contemporaneo, in cui, dalla tecnica ai mezzi di comunicazione di massa e alle esigenze della vita politica democratica, tutto richiede una formazione culturale a livello non elementare? Del resto, è proprio in questa deficienza culturale che è da ravvisare una delle principali ragioni per cui la civiltà moderna resta facciata· estrinseca, sovrastruttura artificiosa, anche quando se ne adottano tutti gli strumenti e tutte le apparenze. Il problema specifico è quello dell'istruzione tecnica e professionale come tale; e il pericolo maggiore a questo riguardo sta certamente nel ritenere che tale tipo di istruzione debba essere a-deguato alle esigenze della struttura produttiva della zona. Innanzitutto è oltremodo difficile, per non dire impossibile, calcolare il fabbisogno reale di una zona, in -quadri e maestranze tecnicamente preparati, quando molta parte di tali quadri e maestranze sono destinati ad alimentare imprese di dimensioni artigianali o di piccola industria, che hanno problemi impellenti di aggiornamento qualitativo. In secondo lt1ogo, torniamo a ripetere che è un errore anche pensare che la scuola possa mai qualificare profeslarghe, sulla scala delle mere esigenze economiche e produttive; e che è un errore pensare anche che la scuola possa mai qualificare prof essionalmente, e specialmente in una zona in ct1i non sia in atto di per sè una intensa vita industriale o non sia in corso un processo di indu- ' strializzazione. Dovunque, ma soprattutto in una zona di questo genere, l'istruzione tecnica professionale l1a un valore pre - e metaeconomico, come elemento diffusore di cultura e di civiltà moderna e come strumento primario di elevazione sociale: compiti tutti che giustificano ampiamente ogni sforzo in questo settore. I ' 92 BibliotecaGino Bianco \ I •
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