• Iurgico e meccanico generale da quelli indirizzati alla formazione nel ramo elettricità e radio TV, t1nendo il ramo .elettromeccanico sia agli . uni che agli altri. In genere, la scuola tecnica e professionale italiana non ha abbastanza sviluppato il principio di assegn~re ad ogni scuola o istituto un suo ipdirizzo generale chiaramente distinto. Si pretende che ogni scuola sia un piccolo politecnico e che d·a essa, - anzichè giovani con una formazio~e professionale generale e assai plastica in un determinato indirizzo (ad es., radiotecnica), - escano giovani e perfetti saldatori, tracciatori meccanici, meccanici verificatori di pomJ?e di iniezione, e così via. Naturalmente il piccolo politecnico così organizzato sarà sempre estremamente deficiente nelle attrezzature e nella disponibilità di materiale, e la preparazione da esso impartita sarà sempre confusamente generica anzichè sanamente generale. Se, invece, si raggruppassero gli indirizzi fondamentali in istituzioni scolastiche at1tonome e si rinunciasse alla irrealizzabile mania della preparazione specialistica operativa, molto più facile sarebbe la soluzione di alcuni problemi di dotazione delle attrezzature e molto più chiaro e funzionalmente utilizzabile sarebbe il tipo di preparazione impartito. Perchè la scuola napoletana non potrebbe essa per prima attuare principi del genere, che del resto è tatale che finiscano col prevalere a mano a mano che l'attrezzatura industriale seguirà la via dell'automazione? Alcuni buoni principi già ci sono. Il « Vinci » (tranne la sezio11e staccata meccanica di Pomigliano d'Arco) e la maggior parte . delle attuali scuole tecniche sono già implicitamente fondate s11lprincipio e sui criteri della specializzazione quale sopra si è illustrata. Si tratterebbe quindi di affrontare il problema per quanto rigtlarda il cc Volta » e gli istituti professionali; e ciò si potrebbe agevolmente fare in sede di potenziamento delle istituzioni scolastiche attt1ali. Così, ad ésempio, nel quadro della già prevista, ma sempre rimandata istituzione di un terzo istituto tecnico industriale napoletano a Ft1origrotta, si potrebbe assegnare ad esso il ramo elettricità e radio TV e lasciare al vecchio « Volta » il ramo metallurgico e meccanico. Ma il problema non è soltanto di ripartire meglio, dal punto di vista scolastico-istituzionale, le specializzazioni attualmente impartite; c'·è anche un problema di allargamento delle specializzazioni, che è diventato ormai urgente. In fondo, la prevalenza del settore meccanico nell'istruzione tecnico-professionale a Napoli è stato un riflesso del tipo di industrializzazione attuato nella zona. La struttura industriale napoletana si sviluppò, infat~i, agli inizi -di questo secolo, con 84 . ' \ Biblioteca Gino Bianco .·I
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