Nord e Sud - anno VIII - n. 20 - agosto 1961

• elementi preparati solo in modo approssimativo ai compiti che avrebbero potuto svolgere in una industria rimasta al· livello tecnologico dell'immediato anteguerra o dopoguerra. Non si vede, ad esempio, nei nostri istituti tecnici e professionali alcuna attrezzatura che con~ senta una seria esperienza di montaggio e smontaggio di macchine; nessun banco di prova per dinamo e motori elettr:ici; nessun apparecchio o strumentazione per lo studio della trasmissione del movimento, tanto per restare nel campo meccanico. Quando qualcuna o qualche parte di attrezzature di questo genere esiste, allora è materialmente insufficiente in relazione al numero di coloro che dovrebbero s~rvirsene. È vero che c'è un alto numero di torni: ma in quale misura i tomi sono accompagnati da apparecchi o macchine che permettano di studiare l'utilizzazione o l'ulteriore lavorazione del pezzo tornito? La classica esercitazione di officina (che prima veniva fatta con la lima al banco con morsa, e viene ora fatta al tornio) è rimasta la ri- _duzione di spessore di un pezzo nelle scuole di avviamento e magari anche nelle scuole tecniche; mentre negli istituti tecnici industriali, , no11ostante l'apparenza, la preparazione teorica - quale che sia il suo livello - prevale a conti fatti sulla effettiva sperimentazione di sistemi e tecniche di lavorazione moderna. Il che - e rimaniamo ancora nel settore meccanico - è particolarmente nocivo all'acq11isizione di una buona preparazione nel campo fondamentale del disegno meccanico. Fuori del settore meccanico, non poche cose ~naloghe, o anche più gravi, dovrebbero essere osservate. Ci limitiamo a dire che oggi gli stessi dirigenti dell' cc Elena di Savoia » - istituto tecnico femminile - sono alquanto pessimisti sullo stato del macchinario di cui dispongono. Ciò che è poi più grave è la mentalità - che ben si può dire da museo - con la quale molte delle attrezzature e degli strumenti disponibili sono riguardate. Quando si dispone, ad esempio, di un solo voltimetro per una scolaresca di due o tre centinaia di alunni, è naturale che il timore di un grave deterioramento o, peggio, della inutilizzazione di un apparecchio così... raro lo faccia vedere, e soltanto vedere, ai discenti, ma non concede ad essi la possibilità di usarlo con quella frequenza che sola potrebbe generare una effettiva conoscenza di esso. Stàndo su questo piano, è ovvio anche che la disponibilità di spaccati o sezioni di macchine e di apparecchi - strumento indispensabile per un concreto insegnamento tecnico - sia cosa del tutto eccezionale; e non parliamo di quegli indispensabili sussidi didattici 82 \ Biblioteca Gino Bianco \

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