tuale scuola tecnica industriale « Meucci »; e più tre di nuova istituzione nei quartieri meno serviti dalla localizzazione attuale, e cioè Fuorigrotta-Bagnoli, Vomero-Arenella e quartieri suburbani da Miano a Chiaiano); , almeno otto istituti professionali per l'industria e l'artigianato . · negli altri comuni della provincia (il cc Galilei » di Torre Annunziata, già esistente; le scuole tecnicl1e industriali da trasformare nei comuni di Giugliano, Marigliano, Nola, Ottaviano e Portici; e due istituti nuovi, di cui uno nella zona di Afragola-Casoria e l'altro ad Acerra). Aggiungiamo che anche così rimarrebbero, almeno per gli istituti professionali, un paio di gravi deficienze (Castellammare e Pozzuoli, per fare i due esempi maggiori, che sarebbero solo parzialmente serviti, con le zone adiacenti, dagli istituti di Torre Annunziata e di Bagnoli); ma almeno saremmo in presenza di una struttura che potrebbe egregiamente funzionare da propulsore e attivatore di molte energie, che attualmente sono assopite anche perchè mancano di centri intorno a cui raccogliersi, e potrebbe concorrere, per quanto riguarda le scelte scolastiche, a dare al mutamento in corso una razionaJizzazione di cui esso ha urgente bisogno. Aggiungiamo a11cora, per quanto riguarda gli istituti tecnici industriali, cl1e nella provincia di Napoli essi provvedono non solo ai bisogni della popolazione locale, ma anche a quelli di gran parte delle popolazioni delle province vicine. Oltre il « Volta » e il « Vinci » esiste, infatti, in Campania solo un altro istituto del genere, il cc Lucarelli » di Benevento. Chi pensi alle molte iniziative industriali in corso o già realizzate sia nella provincia di Napoli che in quelle di Caserta e di Salerno, non può che sorprendersi, .constatando una tale deficienza di istituzioni scolastiche applicate all'industria in una regione che pure è la più anticamente e la più intensamente industrializzata del Mezzogiorno. Accanto alla localizzazione un secondo gravissimo problema nell'attuale struttura dell'istruzione tecnica e professionale in provincia di Napoli è costituito dalla disponibilità dei locali scolastici. Si tratta, come è noto, del problema più grave forse - dal punto di vista materiale - di tutta la scuola italiana, ma che nel Mezzogiorno in genere e in Campania in particolare (cfr. n. LIII) raggiunge le sue punte più elevate, le quali sono poi a loro volta in provincia di Napoli più considerevoli nel settore dell'istruzione tecnica e professionale che negli altri ordini di scuola. Valgano, del resto, alcuni dati. Nell'anno scolastico 1960-61, su 1.130 classi funzionanti nel settore tecnico-profes77 \ • • Biblioteca Gino Bianco
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