•• .Purtroppo non pare che le locali autorità scolastiche abbiano ben presente l'insieme delle condizioni e dei dati di .cui abbiamo parlato finora. Prima della disposizione ministeriale per l'istituzione di istituti di istruzione secondaria inferiore in tutti i comuni con più di 5.000 abitanti erano previste nella provincia, per l'anno scolastico 1961- · 1962, quattro scuole medie di nuova istituzione e nessuna scuola di I avviamento. Inoltre la trasformazione delle· scuole tecniche in istituti , professionali - che darebbe un forte contributo ad un riequilibrio ·dei rapporti tra capoluogo e altri comuni della provincia in questo settore - procede assai lentamente (finora, in provincia un solo caso: quello di Torre Annunziata); e la trasformazione delle sezioni staccate ,degli istituti tecnici industriali in istituti autonomi è, per quanto ci risulta, ancora lontana dall'essere avviata. E tutto ciò è - ancora una volta - più grave proprio per gli istituti tecnici industriali. Per l'istruzione secondaria inferiore, infatti, il problema di una maggiore diffusione potrebbe trovare una prima soddisfacente soluzione, anche a breve scadenza, se venisse presto attuata la progettata unificazio11e tra scuola media e scuola di avviamento; e, per quanto riguarda gli istituti professionali, la trasf ormazio11e delle scuole tecnicl1e dovrà pure essere realizzata nel corso di pocl1issimi anni. Ma per quanto riguarda gli istituti tecnici non c'è altra via fuori delle nuove istituzioni. E, comunque, si potrà dire che i problemi di localizzazione e di diffusione dell'istruzione tecnica e professionale in provincia di Napoli abbiano ricevuto una prima soddisfacente soluzione solo quando il quadro degli istituti ad essa addetto potrà essere più o meno il seguente: almeno tre istituti tecnici industriali nel capoluogo ( « Volta » e cc Vinci », già esistenti, e un terzo da ottenere mediante la trasformazione in istituto dell'attuale sezione staccata del cc Volta » a Fuorigrotta) e possibilmente quattro (mercè la istituzione di u11 quarto istituto nei quartieri settentrionali della città, ad esempio, nella zona di Capodimonte); almeno due istituti tecnici industriali nel resto della provincia (mediante la trasformazio11e delle attuali sezioni staccate del cc Volta>> a Torre Annunziata e del cc Vinci » a Pomigliano d'Arco) e possibilmente tre (mercè I~ istituzione di un terzo preferibilmente tra Casoria ed Afragola); almeno sette istituti professionali per l'industria e l'artigianato nel capoluogo (i tre già esistenti, ossia « Casanova », cc Bernini » e cc Petriccione », più uno da ottenere mercè la trasformazione dell' at76 ' I Biblioteca Gino Bianco I
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