Nord e Sud - anno VIII - n. 20 - agosto 1961

Cassa per il Mezzogiorno la quale si è autorevolmente qualificata come organo di programmazione, si sono ampliati progressivamente gli orizzonti operativi dello Stato a favore delle aree clepresse, e che il problema degli anni '60 è principalmente quello di eliminare gli squilibri esistenti nella struttura economica del paese - cosa che si può fare soltanto, attraverso una politica di sviluppo nazionale pianificata e programmata - l' on. La Malfa propone che venga immediatamente trasformata la Cassa per il Mezzogiorno in organismo di programmazione e di controllo nazionale della politica generale di sviluppo, riconoscendo nella Cassa il solo organo oggi esistente con la corioscenza necessaria per eseguire la programmazione stritmentale sul piario nazionale. Come si vede, siamo in presenza di un progetto profondamente innovatore, delf unica proposta concreta capace di fare -uscire dalle secclie attuali la politica di sviluppo e di spingere finalmente alle scelte fi11ora costaritemente rinviate. Perchè, come ha commentato efficacemerite l'Agerizia Radar, l'on. La Malfa ha posto sul tappetto 1 , con il suo progetto, un duplice problema: quello di una scelta di ordi11epolitico, pregiucliziale e definitiva, la scelta cioè clegli obiettivi a lunga scadenza della politica economica italiana, col ri-/itlto(clie ne consegue) dell'empirismo tracl-izionale, preferito da quelle forze clie, grazie al loro potere di pressione, sono finora riuscite ad i'mpedire l ammodername11to economico del nostro paese e a perJJetuare, aggravandoli, gli squilibri sociali e regioriali i11 esso esistenti; r altro, della creazione immediata clegli strumenti operatit;i di tale politica. Quanto al primo proble,nia, va da sè clie esso post,ula la formazio ne di una diversa maggioranza parlamentare al di là di quella, ormai logora, della convergenza, perchè una politica cli sviluppo· potrà farsi solta1ito con chi a questa politica crede) no,n con i liberali di "f.1.alagodie meno che mai illudendosi di trovarsi a fianco, concordi ed entusiaste, le forze della destra econoniica e i gruppi clella destra clericale che con le prime troppo spesso si conf ondorio. E se la D. C. lia potuto finora eludere la responsabilità di questa e di altre non meno impegnative scelte, e recentemente il «Popolo>>, proprio a propo·sito della questione della struttura da dare alla politica di sviluppo, ha creduto di poter affermare che il proble1na è prematuro, è tempo che ci sv corivinca clie l'ora stringe e che la questione non può più essere elusa. Ha scritto recentemente i on. Saragat che i partiti di centro}_ sinistra sono pronti per una azione di rottura ch,e dovrà mettere alla 5 BibliotecaGino Bianco •

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