Nord e Sud - anno VIII - n. 20 - agosto 1961

,,. -. • • sta politica deve trovare 11 suo limite non già in un problema di costi astrattamente impostato, ma piuttosto e soltanto in relazione ali' organizzazione degli studi e della ricerca scientifica. E veniamo ora all'ultima questione sollevata da « Cronache meridionali », la quale, manco a farlo apposta, fu impostata quasi negli. stessi termini al Convegno nazionale di Bologna dello scorso anno. Dissi allora che bisognava perseguire una politica di migliore distribuzione della popolazione universitaria nelle sedi esistenti e che ai fini di questa politica ci si poteva servire di collegi universitari. L'istituzio11e di questi, se perseguita con sapienza dal punto di vista della distribuzione geografi-ca, 110n solo, infatti, può attuare una più equilibrata distribuzione della popolazione universitaria, ma anche un fervido scambio di esperienze, di costumi, di sensibilità, tra giovani di provenienza geografica, sociale, ideologica diversa. Già Salvemini diceva che i migliori stu,denti meridionali bisognava mandarli a fare esperienza civile nelle Università di Firenze e di Bologna. Ma detto tutto ciò, ed aggiunto anche che questo fenomeno della dislocazione degli studenti meridionali nelle Università nel Nord è in parte già in corso da tempo per forme spontanee, bisogna anche guardare l'altro aspetto della questione. L'emigrazione studentesca al Nord può essere ... ed è, difatti, in molti casi un emigrazione senza ritorno; sicchè il fe- .· nomeno aggrava l'assottigliamento dei ceti meridionali più evoluti e colti, rischiando così non solo di perpetuare, ma di aggravare, anche da questo punto di vista, il dislivello tra le due Italie. Inoltre, ed opportunamente lo ha fatto notare a suo te_mpo il senatore Medici, nella sua Introduzione al piano della scuola, bisogp.a aver presente l'importanza notevole, a volte decisiva, che ha per la vita culturale e civile di una regione la creazione di una Università. Da questo punto di vista rinunziare a creare una Università nel Mezzogiorno per metter capo invece alla creazione di collegi presso qualcuna delle Università centro-settentrionali può significare ancora con-dannare tutto il Meridione ad una situazione di inferiorità; e soprattutto questa sorta di immobilismo culturale contrasterebbe con tutta la politica di sviluppo verso le regioni meridionali. Ben vengano, insomma, i collegi presso le Università del Nord, ma soltanto a patto che essi non si intendano comè sostitutivi della istituzione di una Università nel Mezzogiorno. Ed ancora un punto bisogna sottolineare. Se si vt1ole che l'istituzione di una università nel Meridione persegua e raggiunga i fini che sopra sono stati illustrati, è necessario che l'istituto venga creato mettendo in essere tutti quegli accorgimenti che possono assicurare la continua presenza dei prof essori sul posto, non foss' altro mettendo in essere apparecchiature, strumenti, gabinetti scientifici, biblioteche modernamente dotate. Altrimenti non solo l'Università nascerà anemica e svirilizzata dal punto di vista scientifico e didattico, ma non riuscirà neanche a svolgere quella funzione di urbanizzazione, che ne raccomanda l'istituzione al Sud in modo tutto particolare. Si tratta di uno sforzo finanziario. enorme, e a suo tempo il ministro 54 Biolioteca Gino Bianco •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==