Nord e Sud - anno VIII - n. 20 - agosto 1961

stranieri italiani stranieri italiani gennaio 1,9 5,6 luglio 16,5 15,1 febbraio 2,2 5,5 agosto 20,0 19,6 marzo 4,5 5,8 settembre 16.9 10,l ap1ile 5,7 6,0 ottobre 6,2 6,8 maggio 9,1 6,3 novembre 2,3 5,3 giugno 12,7 8,4 dicembre 2,0 5,5 Poichè la maggioranza dei clienti stranieri è sicuramente formata da turisti (per i clienti italiani il criterio può essere diverso), i dati à essi relativi possono essere presi a indice di una tendenza secondo cui l'arco di te_mpo dell'afflusso t11ristico, agli effetti operativi, può già essere racchiuso fra maggio e ottobre con la caratteristica punta di settembre che non si risco11tra 11ella distribuzione dei clienti italiani, la percentuale dei quali pur si go11fia nei mesi di luglio e di agosto. Da marzo a ottobre, trascurando luglio e agosto, la vita sarebbe bella e il riposo suggestivo per molti non solo sulla Costiera Amalfitana o nel golfo ·di Napoli, non solo a Taormina o a Palermo, ma anche J?.el Cilento e nel Garga110, nella Pe11isola Salentina e nel golfo di S. Eufemia, lungo le coste di Sicilia e di Sardegna. Forse, anche nel 1960, basterebbero i 400 alberghi, modesti ma decorosi, bene intonati all'architettura locale, che Maggiorino Ferraris voleva, a cura dello Stato, nei piccoli centri d'Italia e con particolare riguardo al Mezzogiorno nel lontano 1913. LUCIANO DELLA MEA Le Università nel Mezzogiorno « Cronache meridionali » inaugura u11anuova serie e pre11dendo lo sp11nto dal recente viaggio in Calabria del Presidente del Consiglio e del successivo disegno di legge che istit11isce l'Università delle Calabrie, con inizio dei corsi al lQ novembre 1962, e con facoltà a Catanzaro, a Cosenza e a Reggio, lancia un'inchiesta a proposito delle Università nel Mezzogiorno. Dopo aver ribadito cl1e il problema delle nuove Università non può prescindere da ' 11na organica e complessiva scelta politica e culturale', cc Cronache meridionali » pone agli uomini di cultura, ai professori e agli studenti universitari, ai politici, a quanti insomma si interessano delle sorti della sc11ola e dell'Università una serie di i11terrogativi: cc su quali facoltà occorre p11ntare? in quali regioni e provincie? occorre obbedire al criterio delle grandi sedi, che è stato tipico dell'organizzazione universitaria nel Meridione, o bisognava invece indirizzare gli sforzi verso le medie città? è più opportuno il principio del decentramento delle facoltà, della creazione, cioè, di una rete di nuovi centri culturali o non vale meglio, come a noi sembra, sia sotto il profilo culturale che sotto quello organizzativo-finanziario, mantenere il carat51 Biblioteca Gino Bianco .

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