Nord e Sud - anno VIII - n. 20 - agosto 1961

d'Italia per iniziativa locale, dimostra che l'esigenza del decentramento si fa strada con jniziative particolari, in certo senso pionieristiche, alle quali peraltro, per il loro significato di tendenza, dovrebbe corrispondere l'azione di governo, liberata dai ceppi burocratici in cui è costretta e che quasi sempre (anche se non sempre) corrispondono agli interessi dei padroni del vapore in ogni campo. Ci riferiamo alle iniziative locali dell'Istituto per lo sviluppo economico dell'Appennino tosco-e1niliano (con sede in Bologna), dell'Ente Provinciale per il Turismo di Pistoia, di quelli di Varese e di Lucca, la cui azione mira anche a valorizzare, mediante la piccola iniziativa alberghiera, le aree depresse delle zone di loro giurisdizione. È, qt1esta, una ragione non secondaria affìnchè la scelta degli impieghi del credito turistico e alberghiero e la loro destinazione siano demandate alla responsabilità degli enti locali interessati, magari riuniti in consorzi provinciali e interprovinciali. Quella del turismo è 11na }Jolitica delicata, e non si presta a decisioni uniformi: la costruzione di un grande albergo pit1ttosto che di varie loca11de; l'attrezzatura di t1n terreno a tendopoli o a villaggio tu1istico, ecc. richiedono lo studjo di particolarità che solo localme11te sono o possono essere conosciute per interventi preferibilmente zonali secondo aree turistiche determinate. Al governo centrale tocca il compito (dettato da necessità econo1niche e sociali insieme) di operare per colmare, anche nel campo cl.ella industria alberghiera, gli squilibri fra Nord e St1d. Dire cose tanto ovvie è scoraggiante: nel lontano 1913, 11ella « Nt1ova A11tologia », ft1 pubblicato un articolo di Maggiorino Ferraris, fondatore della Società Albergatori e dell'Associazione Movimento Forestieri, in cui si proponeva che 11nUfficio T11ristico di Stato (da costitt1irsi al più presto presso ]a Direzione Generale delle Ferrovie) 1Jrovvedesse a costruire, in piccoli centri d'Italia e con particolare rig1-1ardoal Mezzogiorno, 400 alberghi, modesti, ma decorosi, bene intonati all'architettura locale. La proposta cadde nel vuoto. Nè si può dire attuata ai giorni nostri con l'iniziativa dei Jolly Hotels del Marzotto, o con quella dei villaggi turistici in cui pare particolarmente impegnata l'iniziativa privata straniera (con vantaggio, per l'economia nostra ancora ·da valutare). Eppure v'è campo aperto per l'azione. Al 30 settembre 1960, infatti, in base ai dati elaborati dall'E.N.I.T., l'addensamento medio re- i gionale ,degli esercizi alberghieri per ogni 1000 Kmq. era di 489,6 in Liguria, di 222,6 in Trentino-Alto Adige, di 135,2 in Valle d'Aosta, di 206,4 in Emilia-Romagna, ·di 118,6 in Toscana, di 215 in Lombardia per scendere a quota 86,2 e 89,2 rispettjvamente in Lazio e in Campania, a 63,8 nelle Marche, a 24,4 nell'Umbria a 41 in Sicilia, a 30,7 in Abruzzi e Molise, a 15,4 in Puglia, a 26,6 in Calabria, a 10,7 in Sardegna, a 26,6 in Basilicata. Dobbiamo attendere che la cosiddetta libertà di stabilimento con . , consegt1ente cc cessazione di ogni restrizione nei confronti dei cittadini della Comunita (MEC) per la costruzione e gestione di alberghi, ristoranti ecc. » (relazione dell' on. Guidoni sullo stato di previsione della 49 Biblioteca Gino Bianco • •

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