Nord e Sud - anno VIII - n. 20 - agosto 1961

• · Se i nostri calcoli sono esa.tti, ciò significa che gli esercizi minori (cioè delle categorie inferiori a quelle degli albergh~ di lusso, di 1 a categoria, di 2a categoria, e delle pensioni di la categoria),_ partecipano al totale del 1960 con 1'89,78%, e annoverano il 72,42% sul totale delle camere, il 72,99% sul totale dei letti e solo il 47,98% sul totale dei bagni. Possiamo trarne una prima conclusione: 1) l'attrezzatura ricettiva· minore costituisce il grosso dell'attrezzatura ricettiva italiana; 2) l' attrezzatura ricettiva minore, per poter soddisfare le esigenze del turismo moderno (o, per essere più precisi, dei turisti che vogliono pulizia e decoro), ha bisogno di ammodernare i propri servizi. Ne vale la pena? Diremmo di sì, visto che (ecco i dati da prendere con le molle poichè, sicuramente, peccano sempre per difetto) nel 196O~ su 20.550.313 clienti registrati nei nostri alberghi, pensioni e locande, 12.401.566 (il 60,34%), con complessive 50.919.091 giornate di presenza (il 68,2%) hanno soggiornato appunto negli alberghi di terza e quarta categoria, nelle pensioni di seconda e terza categoria e nelle locande. Ciò significa che i clienti italiani e stranieri, fra i quali il numero dei turisti è cospicuo, preferiscono, per ragioni che non è il caso di approfondire, la nostra attrezzatura ricettiva minore, conforme del ·resto agli interessi del turismo di massa orientato verso solt1zioni meno costose. Una saggia politica del turismo dovrebbe pertanto mirare, soprattutto, all'incremento e al miglioramento dell'attrezzatura ricettiva delle categorie inferiori; e ciò è possibile manovrando in quella direzione lo strumento governativo del credito alberghiero e turistico. È con i benefici creditizi che s'incoraggia l'ammodernamento delle aziende esistenti ai livelli esemplari che si riscontrano soprattutto nel Trentino-Alto Adige .e in Valle d'Aosta (con, in prima linea, l'installazione di bagni e servizi igienici decorosi). È con quei benefici cl1e s'incoraggia la costruzione di nuovi esercizi, anche in quelle zone a eco11omia depressa che dalla valorizzazione turistica possono ricevere (come l'hanno ricevt1ta la riviera di Romagna, quella di Lignano, ecc.) l'utile e necessario colpo , di volano. E tanto meglio se in questa direzione sono spinte, con incentivi che non sarebbe difficile escogitare, non tanto le piccole aziende familiari che oggi offrono vantaggi non sempre comparabili con i limiti di una gestione ristretta e talvolta di poca durata, quanto le cooperative, enti cioè che, almeno sulla carta, potrebbero toccare anche in questo campo un livello industriale. Ed ecco ancora una volta farsi strada l'esigenza del decentramento per decisioni del genere; di responsabilità demandate agli enti locali, opportunamente incoraggiati e foraggiati. Se si può infatti accettare che una Commissione centrale (quella di cui all'art. 4 della legge n. 691 del 4 agosto 1955) giudichi circa i mutui concessi agli alberghi di categoria superiore, ·1a st1a competenza risulta dannosa per il credito agli esercizi di categoria inferiore: tanto è vero che sin qui questi esercizi non si può dire abbiano ricavato vantaggio alcuno dal credito alberghiero e turistico centralmente disposto e amministrato. Il piccolo credito alberghiero e turistico, istitt1ito in varie provincie 48 BibliotecaGino Bianco \

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