• •• - Fino all'anno scorso la Francia non aveva praticamente nessun mez .. zo idoneo a fare dei prestiti diretti ai paesi stranieri. La legge dell'agosto 1960 è stata creata appositamente. Essa permette di· accordare prestiti a stati esteri per una durata indeterminata, ma ogni operazione deve essere approvata da un voto del Parlamento, il che, appesantendo· la procedura, ha fatto in mo-do che il sistema non sia stato mai applicato fino ad ora. In pari tempo la legge citata autorizzata le banche francesi ad offrire, ai loro clienti esportatori, sul conto dei loro clienti stranieri, dei crediti che possono estendersi fino a dieci a11ni;ma sempre dopo lo svolgimento di una complessa procedura e dopo l'approvazione del Ministero delle finanze. In ogni caso, il padronato francese lamenta che per i crediti a lungo termine sia fissato un 1nassimale troppo esiguo (40 milioni di dollari) pari a quello anch'esso considerato del tutto insufficiente per i prestiti a medio termine. Tale limite di 80 milioni di dollari appare tanto più esiguo se paragonato a quello stabilito da altri paesi: 1 miliardo di dollari dalla Gran Bretagna, 1,2 miliardi di dollari dalla / « Kredit Anstalt » tedesca. Senza contare l'attività dell'U.R.S.S. in tale campo che è arrivata nel 1960 a 1,3 miliardi di dollari. Anche quanto al tasso di interesse praticato dai francesi, gli industriali sostengono che esso è troppo elevato rispetto a quello stabilito dagli altri paesi. Nella attività a medio termine tale tasso è superiore a quello della « Export-Import-Bank » americana, del cc Kredit Anstalt >> tedesco e dello stesso cc Medio Credito » italiano. A lungo termine il costo del denaro fornito dai francesi deve essere valutato sul 6,5%,cioè superiore a quello praticato da tutti gli altri paesi. In definitiva il padronato francese auspica una maggiore armonizzazione dei metodi utilizzati dai vari paesi in seno al GAD (gruppo di assistenza e sviluppo) della OECE, in modo da evitare duplicazioni e soprattutto una concon·enza nefasta tra i paesi occidentali. I francesi ritengono poi opportuna una ripartizione più equa del volume globale . degli aiuti, tenendo conto del peso che essa rappresenta in rapporto al totale del prodotto nazionale grezzo. Ma, secondo il padronato francese, quale che sia il metodo adottato per l'armonizzazione, essa non è possibile senza una profonda riforma del sistema francese di aiuti alla zona del franco. Tale riforma deve, in particolare, tendere a sostituire progressivamente alle sovvenzioni di funzionamento i prestiti di sviluppo a medio e lungo termine. Inoltre deve essere aumentata la parte degli aiuti destinata ai paesi estranei alla zona del franco e all'influenza francese, quali ad esempio l'India ed il Pakistan in Asia, alcuni paesi africani e dell'America del sud. Infine il padronato francese reclama l'istituzione, da parte del Governo parigino, di un sistema di garanzia degli investimenti all'estero, concepiti sotto la forma di una assicurazione ammessa caso per caso, dopo esame del progetto di aiuto. · Non è da escludere che i voti del padronato francese possano essere 46 Biblioteca Gino Bianco I \
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