dran110 più liberamente della loro indipendenza politica, monetaria, doganale, ecc. Nello stesso tempo il controllo esercitato dalla Francia sui crediti da essa messi a disposizione sarà sempre meno facile ad effettuarsi per ragioni psicologiche che rigt1ardano la estrema suscettibilità dei paesi 11eo-indipendenti. Inoltre, nota110 ancora gli industriali francesi, i doni, cl1e sono destinati nella maggior parte a coprire spese di funzionamento dei paesi beneficiari, finanzia110 sopratutto esportazioni dalla Francia di prodotti agricoli, di beni di co11sumo e relativame11te pochi beni strumentali, cioè co1nplessi di equipaggiamento. D'altra parte - e questo per giustificare la opportunità dj estendere gli aiuti francesi ad altre zone che non siano quelle attuali - il padronato rileva che i paesi in fase di sviluppo collegati con la Francia potrebbero attualmente assorbire non più di cento miliardi di franchi l'anno, cioè 200 milioni di dollari. Gli industriali rilevano i11fi11eche i doni, anche se possono essere necessari per evitare i disordinj amministrativi e politici che potrebbero derivare a seguito della loro soppressione, sono com11nque considerati come cc dovuti » da parte dei paesi beneficiari se no11addirittura come tino strascico del colonialismo; essi so110in ogni caso accolti con molto 1ninor favore dei prestiti, che rispettano l amor proprio di chi b rjceve. Sul piano generale il padronato francese sta 11ota11doche Je sue esportazio11i di beni di equipaggia1n nto, cni evidente1nent esso tiene molto di più che non alla esportazione di prodotti agricoli, sul)iscono -una concorrenza se1npre maggiore a11cJ1eda 1Jarte dei paesi alleati alla Francia, se non addirittura ad essa associati tramite la Comunità Economica Europea. Nello stesso tempo ( q 1esto indizio è forse quello che preoccupa maggiorn1e11te la categoria) i] n1011tante degli i11vestimenti industriali all'inter110 dell·1 Francia rispetto a quello dei soci del Mercato co111u11e (19 v della produzione grezza totale francese contro 22% in Italia e 24% nella Germania federal ) rischia di provocare un ritardo pericoloso 11elle' spansione industriale nazionale. Appare chiaro, quindi, al padronato francese cl1e le forme di ait1ti basate sui crediti e sui prestiti sono destinate a svilupparsi nei prossimi anni. La stessa necessità di prevedere un rimborso è considerata come una certa garanzia di reddito; e pertanto, anche come forma di reazione allo sperpero cui spesso ha dato luogo la politica dei doni gratuiti, sj pensa che i paesi occjdentali e gli Stati U11iti per primi faranno sempre più ricorso al metodo dei prestiti a lungo termine ed a basso tasso di interesse: cc Lo strumento essenziale dei nostri aiuti economici - ha detto il presidente Kennedy i11u11recente messaggio al Congresso americano - sarà quello dei prestiti di sviluppo a lungo termine, a tasso di interesse debole od ancl1e inesistente ». · La Francia, nel campo dei crediti e dei prestiti, ha fatto poco fino ad ora. Nel periodo preso in esame (1956-59) il volume dei prestiti a medio e lungo termine è stato per gli Stati Uniti 19 volte quello della Francia, per la Germania sei volte di più~ per la Gran Bretagna tre volte ed il doppio anche da parte dell'Italia. 45 BibliotecaGino Bianco • , '
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