Nord e Sud - anno VIII - n. 20 - agosto 1961

• .. zione professionale e di ren-dimenti più o meno buoni dei lavoratori meridionali, e della loro impreparazione culturale, con la conseguente n.ecessità di cc importare » nel Sud operai qualificati e tecnici settentrionali da mettere accanto a quelli locali. Quella invece ha potuto _affermare che nel suo stabilimento di Pozzuoli, su 753 unità lavorative complessive, soltanto due sono piemontesi, ma tutti e due hanno voluto rimanervi per motivi strettamente familiari. Ecco quindi che questo cc cal1ier des doléances » alla fine ci è sembrato fin troppo grosso, e un po' artefatto: non è che vada tutto veramente bene nel Mezzogiorno, no11 è che tutto funzioni a dovere: ma certi aspetti negativi dell'industrializzazione del Mezzogiorno non andavano denunciati in modo che si potesse credere che la manifestazione fosse montata allo scopo di far valere la nota tesi della Confindustria: poichè le infrastrutture sono quelle che sono e scoraggiano gli investimenti privati, lo Stato sospe11da i suoi interventi nel campo dell'industrializzazione (I.R.I., E.N.I., ecc.) e provveda alle infrastrutture. È in ben altri termini che va posto il problema delle manchevolezze che si registrano nel lento faticoso processo di industrializzazione del Sud: piacciano alla Edison e alle altre baronie elettriche, si deve chiedere, per esempio, l'unificazione dei prezzi dell'energia elettrica,' così come si è dovuto chiedere l'irizzazione delle società telefoniche, ben sapendo che quelle private non avrebbero mai investito grossi capitali per l'ampliamento degl'impianti; e sono altresì necessari piani regolatori per le città piccole e grandi, imposte sulle aree fabbricabili per evitare le speculazioni private, maggiori interventi dello Stato nei lavori pubblici anche e rispetto alla straordinarietà dei lavori della Cassa del Mezzogiorno, ecc. « 24 O_re », organo della Confind·ustria, parla invece di cc sprechi » nel Sud, mentre gli industriali si lamentano delle strade e dei porti; la Edison naturalmente si oppone alla nazionalizzazione dell'energia elettrica, ma frattanto i costi di questa energia sono proibitivi; la Motta si lamenta del prezzo dello zucchero, ma gli zuccherieri del Nord continuano a pretendere dazi proibitivi; tutti dicono che vogliono evitare cc doppioni » nel Sud, ma lo fanno in nome di particolari esigenze protezionistiche (si ricordi l'opposizione dell'Italcementi all'impianto della Cementir a Bagnoli), loro che sono per la libera concorrenza. È t11tta questa quasi amena contraddizione nella politica confindustriale che purtroppo non ci co11vince: il liberismo per il Sud, mal si concilia con il protezionismo per il Nord. E poi, ad esempio, è veramente strano che ci si lamenti dell'indifferenza dell'ambiente sociale e delle difficoltà incontrate nei rapporti con la burocrazia (che è poi in verità eguale dappertutto, in ogni parte d'Italia) quando invece non si parla dei propri rapporti con gli ambienti industriali locali o con le Camere di Commercio del posto che si disinteressano completamente di ogni nuova iniziativa. Ne ha accennato implicitamente Faina, Presidente della Montecatini, quando ha parlato di una vera e propria ostilità dell'ambiente sociale e industriale locale; ma la sua denuncia è andata anche al di là di questa formulazione ge42 Biblioteca Gino Bianco

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