Nord e Sud - anno VIII - n. 20 - agosto 1961

giovani collaboratori che già nel febbraio dell'anno scorso redassero u11 interessante documento di cui ci siamo occupati su questa rivista. Le tesi di quel documento sono state riprese ed appPofondite nella relazione introduttiva al Convegno svolta da Sandro Petriccio11e, che ha potuto legittimamente constatare come si debba· all' azio11e svolta dai socialisti se è cresciuto l'interesse delJ'.opinione pubblica napoletana per le aree industriali. Di ciò bisogna dargli atto; la carenza degli organi pubblici còmpetenti in materia e l'indifferenza delle altre forze politiche per la questione sono purtroppo così manifeste per cui lo sforzo dei socialisti è tanto più merit(>rio. Ma val la pena di soffemiarsi per un momento sulla posizione del P.S.I. quale è risultata dalla illustrazione che ne ha1 fatto il relatore. Permesso che ci si è ormai tutti convinti dell'insufficienza delle facilitazioni creditizie per la soluzione del .Problema della industrializzazione del Mezz,ogiomo, Petriccione ha sostenuto l'esigenza di una pianifica:t;ione o, se si preferisce, di un coordinamento degli interventi governativi. I consorzi di sviluppo industriale sono, per il P.S.I., iniziative da valutare positivamente e non solo da un punto di vista esclusivamente economico. L'importanza dei cc poli di sviluppo industriale » - secondo il relatore - non .è stata co1npresa dalla classe dirigente napoletana, che ha sempre rifiutato il discorso che il P.S.I. ha cercato di aprire sull'argomento al .Consiglio Comunale ed al Consiglio Provinciale. Ed oggi Napoli si trova qavanti alla necessità di operare scelte impegnative per il suo avvenire economico, senza che la sua classe dirigente abbia idee molto chiare sui criteri in base ai quali operare queste scelte. · · Petriccione ha anche sostenuto l'urgenza di quella che egli ha chiamato cc pianificazione democratica » in contrapposto ad una « pianificazione accentrata » che sarebbe quella che vorrebbe attuare oggi la Camera di Commercio. Le aree di sviluppo - ha detto il relato~e - non so110 abiti tagliati su misura, dietro ordinazione di un organismo anche qualificato come la Camera di Commercio: la loro delimita·zione e la loro realizzazio11e devor10 avvenire sulla base del risultato delle indicazioni e delle esigenze di tutte le forze politiche, economiche e sindacali cl1e operano nella provi11cia. Il problema non va impostato sul piano esclt1sivamente tecnico e neppure su quello settoriale: esso va inquadrato nel contesto della questione napoletana che ha caratteristiche proprie ed originali (basti 1 pensare alla densità demografica veramente esplosiva, alla disoccupazione ed alla sottoccupazione diffuse a Napoli più che in qualsiasi a1tro luogo). Il problema del coordi11amento deve inoltre tener cont·a dell'esistenza di altre industrie già avviate e che potrebbero essere assoggettate a perturbazioni anche negative. E se le premesse di t1na· politica di sviluppo sono rappresentate dalla creazione di uno spirito imprendit·ariale e di una manodopera qualificata, il P.S.I. ritie11e di aver dato, con i suoi convegni e i suoi dibattiti, un notevole contributo alla formazione di una classe dirigente napoletana. 37 I Biblioteca Gino Bianco \

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