Nord e Sud - anno VIII - n. 20 - agosto 1961

quest'Europa tornerebbe veramente ad essere l'Europa delle patrie, ma di patrie rissose ed intente a' covare le loro tremende paure ed i _loro orribili risentimenti, le loro folli ambizioni e le loro d~sperate gelosie; quest'Europa tornerebbe all'instabilità dell' entre-deux-guerres. Coloro i quali pensano che un riconoscimento formale dello status quo· in Germania diminuirebbe la tensione tra i due blocchi si ingannano di molto:· uno dei due bloccl1i, quello occidentale, rischierebbe di esserne in parte dislocato, le iniziative sovieticl1e diverrebbero più ì11sidiose, l'ansia aumenterebbe per ogni dove, l'instabilità dell'Europa occidentale accrescerebbe i timori, e la tensione diverrebbe assai più forte e con essa crescerebbero le possibilità di 11na guerra. Noi siamo àncora troppo vicini agli anni dell'insicurezza elevata a sistema che caratterizzò il primo dopoguerra per poter accettare rischi di q-uesto genere. Per gli occidentali il problema dello statuto futuro di Berlino fa tutt'uno col problema tedesco; e una soluzione frettolosa di tale pròblema nel senso di un riconoscimento della Germania orientale provocherebbe all'Europa pericoli gravissimi. Questo è un dato di fatto fondamentale, che i negoziatori delle grand,i potenze democratiche (posto che dei negoziati vi siano: e noi ci auguriamo francamente che vi siano) ' devono avere ben fermo nella mente per evitare errori di proporzioni gigantesche. Stati U11iti, Inghilterra' e · Francia possono anche riconoscere l'Oder-Neisse come la definitiva frontiera orientale di una Germania riunificata (poichè a qùesto modo essi eliminerebbero anche ogni possibilità pei sovietici di speculare· sulla paura della Germania' che vi sarebbe nei paesi dell'Europa orientale: ma vorremmo aggiungere che su questo punto conviene avere assai meno- speranze di quante ne nutrano i soliti ottimisti volenterosi, e 11011illudersi che tale riconoscimento possa' indurre la Polonia o la Cecoslovacchia ad allentare sensibilmente i legami che le stringono all'Unione Sovietica); possono anche negoziare un compromesso su Berlino, che dia qualche parziale soddisfazione ai russi se11zaminacciare la libertà dei berlinesi occidentali e senza porre in dubbio le ragioni della presenza' alleata a Berlino-Ovest. Ma non possono accettare formalmente lo status quo1 in Germania e riconoscere solennemente il regime di Pankow. Un negoziato che giungesse ad una conclt1sione siffatta sarebbe, a nostro giudizio, una grave disfatta politica e morale per le potenze dell'Occidente democratico. Certo, non ci si deve illudere che i dirigenti del Cremlino possano essere indotti a riconoscere il principio dell'autodeterminazione dei popoli come criterio di soluzione del problema tedesco: cc io - ha detto • 27 BibliotecaGino Bianco

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