• masse popolari che nel teatro si vorrebbero convogliare sempre maggiore di quella che richiede un cinema, per non parlare della TV ..Per portarle a teatro occorrerebbe ,.un allettamento notevolmente maggiore. D'altra parte, anche sotto il profilo puran1ente culturale credo che sia tempo di liberarsi dal conformismo: per quale ragione il lavoratore dovrebbe trarre maggior godimento culturale andando a teatro, solo perchè di Teatro· si tratta con la T maiuscola, e non invece tanto per fare un esempio assistendo a Rocco e i suoi fratelli o a « tribuna politica »? Pure essendo il teatro 1 uno strumento culturale ed educativo di notevole importanza è indubbio che ad esso oggi se ne sono affiancati altri e, per doloroso che sia l'ammetterlo, più vicini all'epoca in cui viviamo. ' Il discorso sul tempo libero deve essere evidentemente contenuto per mancanza di spazio e porter~bbe comunque molto lontano. Qualora però si voglia in,dagare a fondo sulla crisi del teatro non si potrà fare a meno di esaminare il problema sociologico dello svago nel st10 complesso. Anche le accese critiche di Zardi al modo in cuj l'autore teatrale è costretto a lavoraré rappresentano un discorso che dovrebbe essere ampliato ed esteso ad altri campi. Gli scrittori italiani di teatro, dice Zardi, devono essere liberati dalla corruzione e dal ricatto cui li sottopone il regime delle sovvenzioni affidate all'arbitrio dei funzionari ministeriali. Essi sono boicottati in tutti i modi da parte di coloro che sono preposti all'organizzazione teatrale, i quali impediscono la diffusione delle opere più valide ed acuiscono nel publico quella noia per lo spettacolo di prosa che sempre più allontana il pubblico. Dice Zardi: cc negli ultimi otto anni ho scritto e pubblicato sei opere che mi sono costate una media di dieci ore di lavoro al giorno su ventiquattro, ore per lo più rubate al sonno e a qualsiasi forma di. svago e di riposo »; e lamenta che i suoi lavori siano stati boicottatj. Anche qui non si può non deprecare l'ambiente attuale del teatro che obbliga a vivere in questa atmosfera. Ma, di nuovo, ciò non serve a spiegare la crisi del teatro. Lo scrittore in genere, il pittore, il poeta hanno le identiche difficoltà e in qualsiasi parte del mondo. Bastasse poter dimostrare il numero di ore dedicate ad un'opera e il sonno perduto per garantirsi del suo successo ... Parlando tempo fa al Senato nella illustrazione del bilancio di previsione 1961-62 del Ministero del Turismo e dello Spettacolo, l'on. Folchi ha preannunciato una voita in più che nuovi ordinamenti verranno varati per il teatro drammatico, assicurando inoltre che per sostenere la produzione nazionale il governo ha d_ato disposizioni, perchè nella prossima stagione teatrale siano organizzate almeno due compagnie promosse da gruppi di autori drammatici per rappresentare opere italiane contemporanee. Tutto potrà servire. Ma la chiave è forse nelle parole di Bergonzini quando dice, rievocando i periodi storici in cui il teatro ebbe particolare risalto in Italia che: « l'insegnamento dovrebe valere a stimolare le migliori iniziative e non già ad attendere, da un decreto legge o da un'amicizia in via Veneto, l'attuazione, insospettata, di una comune speranza ». [A. C.] 126 Bi liotecaGino Bianco
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