zione palermitana, a Moro e a chi altri di dovere, come risolvibile esclusivamente sulla base di un'alleanza a destra'. A nessun partit.o la DC siciliana poteva chiedere, con qualche possibilità di veder accettata la ricl1iesta, quello che ha, per mesi, ricl1iesto ai socialisti: l'impossibile regalo di un appoggio tanto determinante quanto incondizionato e gratuito, tanto privo d~ scadenze quanto ricco di corresponsabilità. Quando, a Roma, è sembrato cl1e il PSI cc passasse all'opposizione », il dispositivo delle reazioni e controreazioni è scattato a Palermo: tra l'altro la· sinistra socialista è entrata in possesso di tutte le giustificazioni per rispolverare il suo latente frontismo. Sarebbe stato d'altra paTte strano che la DC accettasse in Sicilia i voti del partito che a Roma aveva preso l'iniziativa della lotta aperta· contro il suo attuale governo e che il PSI appoggiasse a Palermo ciò che osteggia in sede nazionale. Comunisti e destre di Majorana, infine, han110 svolto correttamente e coerentemente il loro gioco contro ogni solt1zione, dalla convergenza democratica al centro-sinistra, cl1e li ponesse ai margini della situazione. A che cosa è servita la giunta Corallo? Fin'ora a ben poco: non l1a neppure eliminato il pericolo di i11terventi anomali sul problema dello scioglimento anticipato dell'Assemblea. Probabilme11te ha fatto il contrario, riuscendo cioè a u11risultato completa1ne11te opposto da quello ufficialmente prefissasi, e che servì da giustificazione per la sua for1nazione; profondame11te contrastante, da t1lti1no con gli interessi immediati del partito socialista in Sicilia, che non so11certo quelli di affro11tare t1na nuova· co11sultazione elettorale. Per il momento la giunta Corallo non l1a avuto altro risultato che di offrire nuove, a11cLese surrettizie, ragio11i alla polemica antiregionalistica. Ed è questo il p1111to cl1e ci interessa. C' era1 del resto da aspettarsi, anche a prescindere dai timori e dalle reazioni suscitati dalla giunta Corallo, cl1e la lunga crisi siciliana avrebbe offerto auto1naticamente il pretesto per una nuova ondata offensiva contro la dottri11a' e la pratica del regionalismo e dell'autogoverno: contro le autonomie già i11atto e contro il regionalismo in prospettiva, come elemento struttura~e dello stato italiano, configurato in quegli articoli della Costituzione che son raggrupp.ati sotto il Titolo V e che sono, probabilme11te, i meno attuati della nostra legge fondamenta·le. Non è il caso di esaminare questa campagna di opinione pubblica nei particolari. Un rilievo cl1e però occorre fare è che voci antiregionalistiche, questa volta\ e con partiçolarissima chiarezza e violenza, si sono levate anche dall'interno dell'isola. Segnaliamo tra tutte quella ospitata dalla 9 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==