Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

• per occupare i posti di capodivisione e di direttore generale nei Mini steri dell'Italia 1960? (...) la verità vera è che senza voi [i torinesi] l'Italia non si faceva, e, se non tornerete voi, e'è pericolo che l'Italia da voi fatta vada a ramengo ». Si ritrova in quest'ultima lettera l'identico atteggiamento di quelte dei settentrionali che tendono a generalizzare alcuni problemi (la burocrazia ministeriale, la cc dolce vita ») identificandoli con il carattere stesso dei romani. Alla lettera di un roma110 provocata da un articolo di Todisco e che denunzia come falsa cc l'opinione secon-do cui a Roma si lavora poco, e addirittura quelli che lavorano non vorrebbero farlo vedere », chiamando a prova « una valutazione delle statistiche sul reddito medio dei romani che è il più alto d'Italia dopo Milano, malgrado la percentuale dei disoccupati », lo cc Specchìo » appone questo titoletto: « Non sempre il reddito è frutto di lavoro ». e) Atteggiameriti e pregiudizi nei rapporti tra meridionali e settentrionali. - Le ventotto lettere raggruppate per comodità sotto questa voce, presentano una serie di opinioni e pregiudizi generali dei settentrionali sui meridionali, e viceversa, che possiamo raggruppare così: cinque lettere, delle quali due di meridionali, sulla crudeltà verso gli animali nel Sud, occasionate da una notizia su cc uccelli torturati nelle chiese del Sud, in occasione di Pasqua»; tre settentrionali sulla delinquenza meridionale; una settentrionale ·sulla mancanza di igiene a Napoli; un settentrionale e un musulmano sulla « inciviltà » del Sud, il secondo risentito per i paragoni che si fanno in Italia tra arabi e siciliani; un settentrionale sulla mancanza di voglia di lavorare dei meridionali (è l'unica lettera in due anni su questo argomento); due settentrionali sul qualunquismo politico di origine meridionale; una sartina torinese che per paradosso propone di trasferirsi a Sud, dove cc incomincia a scarseggiare la manodopera specializzata », viste le cattive condizioni di lavoro 1Jer la sua categoria a Torino; due settentrionali sul malgoverno siciliano e Milazzo, e sul suo patriottismo; una di famiglia meridionale a Genova (cc ramica piemontese quando ha visto nel piatto il capitone l1a detto che lei non mangiava quel serpente, che le faceva ribrezzo e 1Jaura, che in Piemonte sono abituati a mangiare diverso »); una, infine, di lln co1nmerciante che presenta la lettera di una « ingenua » ragazza pugliese che gli ha scritto per chiedergli una borsa in regalo. Un gruppo di lettere molto più interessante è quello dei meridionali offesi perchè al Nord ( cc Stampa » compresa) ci si ostina a presentare la « faccia cattiva » dei meridionali e del Sud. Tra queste, due sono esemplari di due diversi modi di vedere le cose ambedue tipici di certa piccola borghesia meridionale. C'è il siciliano che dice: cc Anche la Sicilia ha due facce, una buona, che è quella industriale, commerciale, del lavoro. È ricca di prodotti naturali e del sottosuolo, è ricca anche di studiosi e di gente buona e onesta. E una faccia è cattiva, pover~, disonesta, mafiosa » : dove quell'unione tra questi ultimi agget88 \ Bibliotecaginobianco

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