Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

........................................................................................... , ...................... _ . . ,. .................. ·-····· .. ··········· .. -· ···· ..... , . .............................. .......................................................................... ......... .............. i••··.............................................................................. - ...•••,_........... ......... ·-····-·· ............................... -., ••••••••••_ ..... _, ......................................... . colabili di vite, di de11ari e di altri beni, a rendere possibile la guerra di liberazione e 1 unificazione italiana ») torna in moltissime ]ettere anche raggruppate sotto altre voci. Due lettere sono ài valdostani cl1e con un pizzico di polemica estesa verso i piemontesi affermano ancl1'essi che la Valle cc è la regione che paga più contributi per le varie Casse del Mezzogiorno ». Gli oppositori al regionalismo sono soltanto due, uno dei quali ha scritto due volte, firmandosi cc piemontese vero e italia110 er1ss1mo » : partendo dall'esaltazione del Risorgimento sostiene che il regionalisn10 « porta al separatismo », e pertanto è contrario alle cc auto11omie di regioni ricche che se ne infischiano delle povere. È questa veramente la politica di chi non conosce generosa fratellanza fra Nord e Sud ». Due novaresi, a proposito del cc parlamento siciliano », de]le elezioni regionali valdostane e dei moti sud-tirolesi, chiedono che la stampa si faccia promotrice di un progetto di legge per abrogare le regioni: cc Chi vuole stare con gli italiani, vi stia senza alcun particolare privilegio, altrimenti se ne vada ». St1ll'argomento non sono apparse lettere di meridionali. Recentemente, già nel 1961, in occasione della presentazione a Torino di « Viva l'Italia! » di Rossellini, sono state pubblicate alct1ne let tere di protesta scritte da piemontesi indignati dagli accenni) in verità vaghissimi, dei contrasti tra Cavour e Garibaldi. Esse rivendicano, come molte di quelle alle quali abbiamo accennato il merito maggiore dell'Unita ai piemontesi. b) Roma capitale. - La polemica contro la classe dirigente meridionale e contro « la capitale » è a Torino molto sentita. Ne sono prov~l le 14 lettere (8 di piemontesi o settentrionali i11 chiave anti-Roma, 6 di romani con una sola cl1e concorda con gli oppositori) dello « Specchjo n nelle quali si ritrova al fondo la stessa concezione annessionjstica del Risorgimento vista in precedenza. Dal decadimento regionale del Pje1nonte e dalle responsabilità governative, i temi di que te lettere piemontesi scivolano in una polemica anti-romana, che investe Ja popolazione della città in generale, il suo carattere, le sue abitudini e Je sue corruzioni (con vari richiami alla « Dolce Vita », ai libri di PasoHnL ecc.). Alcuni articoli (di Nicola Adelfì, sull' cc abituale tor1Jore dei romani ,,, contenente una sua definizione della città come cc la più rozza e proterva d'Italia », di Rosso e di Todisco) hanno suscitato lettere <li plauso dai piemontesi ed altre di difesa dei romani. Nella polen1ica è ancl1e intervenuto Luigi Volpicelli in difesa di Roma, definendo cc mortificante, noioso ed ingiusto il disappunto di quei settentrionali che non sanno rassegnarsi al fatto che la capitale d'Italia è Roma ». Oltre al Volpicelli, due altri professori universitari romani hanno scritto allo « Speccl1io » : lo psichiatra Luciano Gregoretti che si dichiara « romano de Roma » e dice « ~1 a la volemo piantà? », e il dott. Cencetti, dell'Istituto di Paleografia dell'U niversjtà, che invece chiede se cc non ci sarebbero disponibili qualche centinaio di buzzurri 87 Bibliotecaginobianco

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