Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

• zia1e ed aberrante, ha agito co1ne lo storico dei Ghibellini che prende per buone tutte le fando11ie, gli errori, le forza ture della realtà, gli svisamenti, le esagerazioni dei Guelfi, con quanto vantaggio dell'i11telligenza storica ognuno comprende da sè. O dobbiamo pensare che gli amici del cc Ponte » si pongono nei confronti clegli Stati Uniti con lo stesso stato d'animo di un cronista guelfo nei confronti dei Ghibellini? Del resto ba·sta leggere co11 attenzione ancl1e distratta questi articoli, per i11tendere che conto si deve fare delle cose cl1e in essi si leggono, delle tesj cbe esprimono e delle loro intenzio11i. A p. 489 si legge, ad esempio, cl1e l'UNRRA e il piano Marshall ft1rono due cc ammirevoli proposte a1nericane »: « qt1esti due enti - commenta l'autore - avevano grandi 1Jossilìilità di sviluppo, poichè all'inizio ebbero l'intelHge11za di offrire i benefici anche ai paesi comunisti ». Ma subito dopo si aggiunge: « se avessimo [noi americani] segt1ito fino in· fondo questa strada, avremmo r)otuto ampliare permanenteme11te l'area della collaborazione internazionale ». Chiunque abbia t111lJÒ di logica intende che quelle « ammirevoli proposte » persero per strada quel che avevano di buono perchè gli americani rifiutarono ad un certo momento di offrire « i benefici » ai comunisti, e quindi restrinsero volontariamente « l'area della collaborazione internazionale ». Dobbiamo ricordare cl1e Cecoslova·cchia e Polonia avevano aderito o stavano sul pt1nto di aderire al Piano Marshall e che ne furono impediti dall'Unione Sovietica? Dobbiamo ricordare lo scalpore che destò allora in Et1ropa e nel mondo la primitiva accettazione cecoslovacca e lJOi il successivo rifiuto? Dobbiamo ricordare l'esplicita e ra·bbiosa polemica di Molotov contro il piano Marsl1all, amma11tata di difesa delle nazionalità dell'Et1ropa centrale, e la campagna che gli sciagurati aderenti del Fronte Popolare condussero contro gli aiuti Marshall? E finalmente dobbiamo ricordare che gli americani ha11no sempre offerto la collaborazione economica ai pa·esi dell'Europa orientale, e che queste offerte si sono tradotte in accordi concreti co11la Polonia all'i11domani dell'ottobre ',56, qua11do, cioè, i sovietici furono costretti ad allentare le loro proibizioni? Chi dimentica queste cose o è in cosciente malafede, oppure dimostra una strenua ignoranza di una fase• decisiva dell'evoluzione dei rapporti interna'.zionali. E quale sarà il caso di chi avalla, col pubblicarle, tali dimenticanze? Per fare solo u11altro esempio, ricorderemo alcune frasi di un altro articolo, che si possono leggere a IJ, ,511: « 11ella loro forma attt1ale le Nazioni Unite non sono ciò che si voleva che fossero e che pretendono di essere: un'organizzazione sopranazio11ale, libera, autonoma. Sono una· Santa Alleanza dell'Occidente anzichè un'assemblea di nazioni indipe11denti. L'occidente ha una maggioranza costituzionale e incrollabile all'interno di essa ... La reazione della Russia e dei suoi satelliti viene per forza ad essere ugualmente unilaterale: ostinato ostruzionismo con il veto, e tutti gli altri mezzi possibili ». È difficile accumulare un maggior numero di falsità in un numero minore di parole. Innanzi tutto non è esatto cl1e l'occidente abbia una sicura maggioranza alle Nazio11i Unite; 62 '3ibliotecaginobianco •

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