• .. nei giu·dizi è stata, dunque, interpretata nel senso che ad esso incombe l'obbligo di difendere l'intero corpo della legislazione vigente. Ciò discende, in misura non lieve, dall'accettazione della continuità dello Stato, alla quale, fin dai tempi di De Gasperi, i nostri governanti mostrano di far sostanziale riferimento. La progressiva involuzione del1' opera di governo fece sì che dalle premesse della continuità legale fossero tratte conseguenze con discernimento politico sempre meno avveduto: da non breve tempo la continuità significa l'accettazione formale del vecchio ordine legislativo, la rinuncia a scegliere tra Costituzione e fascismo, una professione di fede conservatrice. Prevale, cioè, una concezione autoritaria e burocratica ~ello Stato, per la quale rileva particolarmente la necessità di far continuare le funzioni amministrative: lo Stato è dunque concepito cc come un'entità a sè stante, al di sopra della lotta politica » (si confronti quanto l1a scritto Federico Chabod, L'Italia contemporanea, Torino 1961, pp. 141-142). Infatti, l'argomento più spesso ripetuto a giustificazione delle resistenze all'attività della Corte Costituzionale si fonda proprio sulle cc lacune » che le sue sentenze determinerebbero, tutte le volte che dichiarano incostituzionale una legge. Ed è ben noto cl1e l'orrore del vuoto legislativo, rende irragionevole ogni burocrate: come se non fosse compito istituzionale della Corte l'eliminazione delle leggi cl1e contrasta110 con i vigenti principi costituzionali. Son dunque co11siderazioni strettamente legate alla vicenda politica degli t1ltimi anni, insieme a peculiarità dell'organizzazione dello Stato (alle quali fu poco attenta la classe politi.ca uscita dalla Liberazione), cl1e concorrono a determinare il presente stato delle cose. Un dibattito parlamentare, che si proponesse di fare il punto della situazione e di tracciare le direttive per i futuri interventi davanti alla Corte Costituzionale (fino ad ora abbandonati alla discrezionalità dell'esecutivo), potrebbe costituire una indicazione di serio e responsabile comportamento, assai più importante di ogni astratto rilievo di correttezza. Le vicende parlamentari del piano della scuola non han110 costituito soltanto un efficace banco di prova delle vol.ontà della maggioranza e delle capacità dell'opposizione, ma pure l'occasione per tutta una serie di scritti esegetici dell'art. 33 ,della Costituzione. La formula cc senza oneri per lo Stato » ha dato lo spunto ad infinite interpretazioni, di cui non è possibile 110n ammirare la furbizia o l'ingegnosità, volte a dimostrare, nella ipotesi più moderata, che nulla s'op1Jone ai finanziamenti statali alla scuola privata e, nei casi estremi, che esiste un vero e proprio diritto dei privati gestori al contributo pubblico. Se la nostra fosse davvero la patria del diritto, si sarebbe fatta facile giustizia di trovate del genere: magari ricordando che il giurista romano condannò come incivile ogni interpretazione che pretenda di ricavare il significato di una norma isolandola dal contesto in cui si trova. Una polemica siffatta, di questi tempi, è destinata ad essere poco significativa. Va rilevato, però, che per quei disinvolti interpreti la Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==