Risultano, quindi, cl1iaro l' t1so improprio che delle considerazioni di ordine costituzionale si è fatto ed i :fini che hann<? consigliato il ricorso ad esse. L'esegesi dell'art. 88 potrebbe condurci lontano. Basterà ricordare cl1e la previsione in essa content1ta non può essere intesa nel senso di cristallizzare la situazione politica negli ultimi sei mesi di mandato presidenziale, bensì di impedire che la vicen·da politica sia deviata dal suo corso ordinario (nel quale vanno comprese anche le crisi) per il prevalere di considerazioni personalistiche. Sarebbe, però, inesatto valutare la situazione come se essa fosse t1nicamente originata da una errata valutazione della Costituzione. È chiaro cl1e di tale interpretazione non importa gran che: quel cl1e di fatto si persegue è uno show down, tra alcuni partiti che non si l1a il coraggio - o la forza - di provocare con 111ezzidichiaratamente politici. L' on. La Malfa ha colto nel segno, quando - reagen·do alle avances dell' on. Saragat - ha escluso la possibilità che una norma costituzionale imponga ,di concedere al governo cambiali in bianco o ·di precludersi ogni esame critico dei fatti politici che si produrranno tra il novembre e l'a1Jrile prossin1i. Ancora una volta, il tentativo di trasformare questioni politiche in questioni costituzionali non esprimono una volontà di trattare le prime con consapevolezza maggiore, ma è l'indice di t1na pratica essa sì scorretta ed arbitraria, che corrompe gli elementi fondamentali del sistema pur di trovare t1na via d'uscita da transitorie difficoltà. Il sesto anno di attività della Corte Costituzionale è stato aperto da un discorso del nuovo Presidente, Giuseppe Ca1Jpi, che non ha voluto derogare alla tradizione stabilita dai suoi predecessori. De Nicola ed Azzariti, dal canto loro, erano riusciti a,d evadere in certa misura dalla abitudine retorica e celebrativa che sembra propria di questi discorsi, per far luogo ad una decisa attitudine critica verso q11egli aspetti della vita dello Stato che - rilevati in occasione dell'attività della Corte - erano sembrati contrastanti con il nostro assetto costit11zionale. Con un certo interesse, quindi, era atteso il discorso del Presidente Cappi, la cui milizia nel partito democristiano poteva esser ritenuta freno sufficiente al perseverare in una così scomoda tradizione Sarà IJer la maggior cautela propria dell'uon10 o per l'agire di qualche• prevenzione, certo è che il suo discorso è se1nbrato assai diverso da quelli di questi ultimi: ma la loro stessa orgogliosa (e forse ing.ent1a) esaltazione della funzione e delle prerog~ative della Corte Costituzionale, e la decisa contrapposizione di essa agli altri organi dello Stato, 1nanifestavano una così ferma volontà di autonomia che ben potevano ritenersi secon,dari eccessi o debolezze. Beninteso, il discorso del Presidente Car)pi non presenta nulla di cui si possa arguire u11a minore volontà di azione autonon1a; nè mancano accenni a qt1estioni che sarebbe urgente risolvere, come quella importantissima del completamento della legislazione regionale o le altre delle riserve di legge prviste dalla Costitt1zione e delle mo,dalità di rin11ovo del plenu1n della Corte: ma è il mutamento di tono che ha colpito. 58 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==