Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

fosse vero: che era quel che bastava per tilteriormente screditare, innanzi all'opinione pubblica italiana ed internazioriale, la nostra politica estera. Le grandi manovre per le elezioni presidenziali sono, dunque, cominciate, e già si fanno i nomi dei candidati più « forti », già si prevede come si orienteranno i vari partiti e come si distribuiranno i loro t.ioti nelle diverse votaziorii. È naturale ed è giusto che in un paese democratico accadano cose del genere, anche se questa volta, forse, stanno accadendo troppo presto. E diremo francamente che proprio tale anticipo sui tempi normali ci preoccupa alquanto: da una parte perchè così si rischia veramente di paralizzare la vita politica del paese fino alla scadenza del 1962; e da un>altra perchè ci sembra che i gruppi del centro-sinistra democratico, laico e cattolico, stanno ancora una volta per essere colti di sorpresa prima che ttn discorso su una posizione unitaria abbia potuto essere intrecciato: che è come dire che stanno per essere battuti in partenza. Quali sono o piitttosto quali dovrebbero essere, a nostro giiidizio, i punti fonda mentali su cui il centro-sinistra deve insistere come su condizioni irrinunciabili e che deve fare oggetto di un impegno uri i- ... tario? A noi sembra clie vi sia una questione che primeggia tra tutte le altre che si pongorio in vista delle elezioni presidenziali; e ci sem,bra, altresì, che sia una questione tale che va fatta valere come esigenza civile prima ancora che politica. Ed essa è che il nuovo Capo dello Stato deve essere un laico. Esiste in Italia un equilibrio di fondo tra forze laiche e forze cattoliche, che va riconosciuto e rispettato prima che per ogni altra cosa per la suprema magistratura della Repubblica. Il partito dichiaratamente cattolico è nel nostro paese parecchio lontano dalla maggioranza assoluta; ma anche se avesse la maggioranza assoluta quell'equilibrio tra laici e cattolici, cui si accennava prima, resterebbe un>esigenza primordiale della vita istituzionale italiana. Le forze laiche non possono ammettere, per ragioni di dottrina, che la tendenza democristiana ad occupare tutte le posizioni-chiave della v·ita pubblica del paese non abbia qualche limitazione al1neno per ciò che rigitarda la più alta carica dello Stato. E ragioni di opportunità politica (quelle stesse per cui, all'indomani della strepitosa vittoria del 1948, De Gasperi 1uolevache fosse Carlo Sforza il primo Presidente della Repubblica italiana) concorrono a rafforzare questa esigenza: la nostra deve essere la Repubblica di tutti, e non di una parte soltanto del paese, ed a mostrare ciò nei fatti non si riescirà mai in 4 Bibliotecaginobianco ,

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