È, insomma, la lezione che sta appren,dendo Nasser, nel suo tentativo di erigersi a capo unico ,del panarabismo. Final~ente, non va taciuto che il regime castrista è assai più debole nei confronti del ricatto sovietico di altri regimi che in passato parevano essersi messi sulla stessa strada. Nasser non solo non s'era spinto mai a proclamare l'Egitto uno stato socialista,' ma era giunto al potere per forza propria e poteva ancl1e permettersi di tenere il partito comt1nista fuori della legge; Castro, invece, ha distrutto egli stesso la sua forza autonoma, ed è costretto a tenere fuori della legge tutti i partiti tranne quello comunista. E la de'bolezza nei confronti di Mosca, il rischio della degradazione a paravento della politica sovietica è certamente un fattore negativo 11ei confronti dell'opinione latino-americana. Questa lunga analisi non potrebbe comportare, com'è facile intendere, conclusioni perentorie. Ci sembra tuttavia di poter affermare che da essa risulta innanzi tutto che il problema di Cuba non può essere trattato· isolatamente da quello di tutta l'America Latina, dove la fut11ra stabilità delle istituzioni democratiche dipende dal successo della politica di risanamento sociale, economico, fiscale e monetario, intrapresa dai governi locali. In secondo luogo, l'America Latina non è più isolata, ma sembra destinata a diventare terrenò di contesa mondiale. Oggi, forse, è ancora possibile vincere la battaglia per tenere i comunisti fuori del continente americano; ma bisogna preparare tempestivamente e realisticamente ,delle linee di difesa arretrate, ossia bisogna prepararsi alla dura regola di una concorrenza spietata. Finalmente, v'è, come s'è accennato, una dimensione della crisi cubana che riguarda tutto l'Occidente e investe in primo luogo la questione, già dibattuta a Londra nella recente riunione del DAG, del passaggio da una politica di aiuti fondata essenzialmente su iniziative private e di carattere bilaterale a una politica di aiuti pubblici a gestione multilaterale. Quan.do fu formulata la dottrina di Monroe la federazione nordamericana non aveva certo la forza per imporre alle potenze legittimiste d'Europa, che sognavano la restaurazione dell'impero spagnolo d'America, il rispetto del principio fon·damentale di quella dottrina: l'America agli Americani. Fu allora la flotta britannica, la più grande flotta di tutti i tempi, ad imporre, con la sua sola minacciosa presenza, il rispetto di quel principio. Rovesciate le proporzioni, la situazione è 44 Bi_bliotecaginobianco •
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