Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

pero a sinistra; e lo stesso discorso vale anche per il Cile, che ha visto aumentare i voti comunisti nelle ultime elezioni,. o per il Venezuela, dove si teme la seduzione che il castrismo può esercitare sulle masse studentesche, assai influenti nel paese, e dove si teme che uno sbandamento sulla sinistra possa mettere in pericolo l'evoluzione avviata nel paese da un ceto dirigente illuminato. Naturalmente og11t1nodei paesi latino-americani ha proprie caratteristicl1e politicl1e e sociali, che fanno sì che lo stesso problema abbia sfumature diverse caso per caso; ma resta il fatto che l'esempio della prima repubblica socialista d'America è per tutti una sorta ,di inct1bo, che si preferirebbe evitare di affrontare frontalmente. A.Ila luce di queste considerazioni si comprende come in una delle ultime riunioni del consiglio interamericano di difesa la proposta statu11itense di escludere il delegato di Cuba, data la riservatezza degli argomenti da trattare, non abbia avuto l'unanimità dei co11sensi, poichè Brasile Cile ed Ecuador si sono astenuti (Ve11ezuela e Messico erano assenti). E si comprende anche che una riunione straordinaria dei capi di Stato ,dell'OSA non abbia potuto avere luogo, e che quella a livello dei ministri degli Esteri a Quito abbia dovuto essere rinviata. G1i Stati Uniti stanno tentan,do intensamente di ristabilire, sull'onda del programma della cc Alianza para progresso », l'unità del continente americano (e certamente rientra nella logica di questi sforzi il tentativo di persuadere il Canadà ad entrare a far parte dell'OSA, passan.do sopra alle difficoltà cl1e vengono a quel paese ,dalla sua appartenenza al Commonwealth): ma il compito non è agevole e l'operazione non è certo di quelle che si possano risolvere rapidamente. Sembra, altresì, evidente che proprio da questo ri11ensan1ento della situazione globale da parte degli Stati Uniti e dalle difficoltà obiettive che l'amministrazione democratica si trova a fronteggiare, derivi l'invito esplicito ad un esame collettivo fatto da Rusk nella rit1nione di Oslo dei ministri degli Esteri della NATO. Se v'è un aspetto peculiarmente americano della crisi di Cuba, v'è poi una dimensione di essa che riguarda tutto l'Occidente: poichè l'offensiva sovietica nell'America Latina tende ad « aggirare le posizioni delle difese della NATO, a saltare al di sopra delle alleanze esistenti ed a spingere le zone periferiche al centro dell'offensiva ». Quello di Rusk ad Oslo era l'invito all'Occidente a prendere coscienza delle sue responsabilità globali e a collaborare con gli Stati Uniti nella pianificazione di ogni azione futura. Finalmente, vorremmo sottolineare che proprio la .diagnosi acuta di Rusk sul significato effettivo della crisi di Cuba nell'ambito della 42 Bibliotecaginobianco •

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