FRONTIERE Cuba senza • • m1t1 · di Giulio Giusti La maggiore isola delle Antille, 11el cuore dell'arco caraibico, al1' ombra della cc fortezza statunitense », è dal 1 ° maggio t1na « Repubblica Socialista' ». Soltanto l'Unione Sovietica e la Cecoslovacchia hanno assu11to questa denominazione. Dunque, come ha rilevato Lincoln White, portr1voce del Dipartimento di Stato, Fidel Castro, nuovissimo « Premio Lenin per la Pace », oltre ad avere proprie responsabilità di primo piano nell'inasprimento della tensione inten1azionale e nell'aver regalato al mo11do un'altra guerra civile internazionale, ha proclamato il proprio paese punta avanzata della rivoluzione comunista. In Occidente si è ancora sotto il colpo del fallito tentativo di sbarco degli esuli e della confusa reazione della stampa e degli organi responsabili statunitensi che, appena insediati, si sono trovati a fronteggiare questa crisi violenta. Una preparazione psicologica alla rovescia ha gonfiato la portata dell'avvenimento: l'opposizione repubblicana sembra abbandonare le posizioni di unità nazionale, che aveva assunte subito dopo l'insuccesso, per lasciare libero sfogo alla critica più dura ed amara, mentre anche fra i democratici si manifestano frattt1re tra sostenitori della maniera forte e coloro che soste11gono di poter agire attraverso sistemi più duttili. A queste reazioni fanno eco quelle degli organi di infor1nazione occidentale anche moderati, che spesso non riescono a separare il vero problema dalla ondata di panico, dalla propaganda di parte e dalle difetto se informazioni ed interpretazioni. D'altro canto, gli avvenimenti cubani sono ripresi dal sistema degli amplificatori co1nunisti, per proclamare la vittoria del piccolo paese, assurto alla nuova libertà socialista, contro il colosso capitalista aggressore. Vittoria su cui stende l'ombra protettrice tutta la potenza e 30 Bibliotecaginobianco ••
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==