periodo di alta congiuntura 3 • L'intervento dello Stato, cioè, andrebbe promosso ed intensificato solo nel caso e nei periodi in cui la congiuntura declini. Ora questa concezione arcaica e assistenziale dell'intervento statale va decisamente rovesciata, se si vuole che la politica di sviluppo assuma la corposità e il ritmo necessari alla sua buona riuscita. Essa pecca, oltretutto, sul terreno della lo.gica più elementare: nel momento in cui la congiuntura si invertisse e i fattori espansivi che hanno sostenuto finora l'economia ita1 liana venissero meno, dove si attingerebbero le possibilità di riequilibrare la struttura del sistema socio-economico nazionale? Le regioni meno sviluppate rimarrebbero fatalmente nel loro stato di inferiorità, essendosi giovate soltanto di quegli investimenti che nel periodo delle cc vacche grasse » avessero potuto per varie ra'gioni sfuggire alla logica dei fattori agglomerativi; mentre le regioni più sviluppate avrebbero tutte le ragioni di chiedere, all'avvento delle « vacche magre », una efficiente protezione dell'impo11ente capitale economico e sociale concentrato in esse. Non è un mediocre e timido ,spirito fiscale che può presiedere ad una rivoluzione democratica. L'ortodossia finanziaria non può essere il criterio di base di una vasta e coordinata serie di riforme che debbono assicurare e promuovere un più ampio, libero ed equo svolgimento della vita italiana. Non si tratta oggi di soste11ere l'economia nazionale ma di ristrutturarla nelle sue a1ticolazioni geografiche e sociali e nei limiti, naturalmente, del possibile: ai miracoli nessuno aspira e nessuno crede. È, quindi, in sede di impostazione del bilancio dello Stato, è i11questa posizione fondamentale che bisogna combattere oggi la prima battaglia per un più coraggioso e deciso impegno di azione pubblica nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno. D'altra parte, si sbaglierebbe di grosso se si credesse che le « va'.cche grasse » siano per durare indefinitamente 4 • Gli esperti sono già in grado di indicare i termi11i di tempo in cui è prevedibile la riduzione o addirittura la scomparsa dei fattori espansivi in atto in Italia da alcuni anni a questa parte. Entro un quinquennio, ad esempio, questa 3 Si veda a questo proposito l'interessante saggio di D. LA CAvERA, Liberali e grande industria nel ·Mezzogiorno, ed. Parenti, Firenze, 1961; specialmente nell'introduzione. 4 Particolarmente centrata su questo aspetto della questione è stata la seconda. parte della relazione tenuta dal prof. P. SARACENO (Linee di sviluppo dell'economia italiana e ruolo dell'agricoltura e della bonifica) al recente congresso dell'Associazione Nazionale Bonifiche a Napoli (18-20 maggio 1961). · 16 Bibliotecaginobianco ••
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