Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

calizzazione' del problema. I paesi sottosviluppati di oggi essendo i paesi tropicali, si è tentato di vedere, nella lotta contro la morte, un'impresa centrata sulla distruzione delle endemie tropicali » (p. 68) e sulla necessaria elevazione del tenore di vita dei paesi arretrati del bacino mediterraneo e della zona calda. Ora, quando sarà attuata una trasformazione costosa e difficile per eliminare in questi paesi la maggior parte dei rischi di morte (endemie, epidemie, cause ecologiche come inondazjoni, cataclismi, cicloni, eruzioni ecc.), la curva della mortalita si abbasserà rapidamente, lasciando in alto, per parecchio tempo, quella delJa natalità, poiché si continuerà a procreare come una volta. Solo a notevole distanza di tempo si abbasserà anche la curva delle nascite, completando, così, quel movimento che il Wollny definisce cc a forbici» (cfr. «Mercurio», a. III, n. 10). Questi paesi, così, che interessano più dei 3/5 della popolazione mondiale e che sono caratterizzati dai saggi più alti di natalità, de~ermineranno un accrescimento ancora più vertiainoso della popolazione mondiale. Il George nota anche come l'invecchiamento della popolazione rielevi in seguito il tasso di mortalità (per effetto della mortalità fisiologica) fino ad una cifra che varia secondo la fecondità, poiché si tratta di una media ponderata dal ritmo di rinnovamento delle generazioni. Si spiega così perché il tasso di mortalità sia inferiore uei paesi in cui il suddetto indice è regredito più di recente, mentre è ancora notevole la fecondità. Nella stessa Italia oggi le punte massime si raggiungono nel Nord (Piemonte col 12,9 per mille) e le minime nel sud (Calabria con 1'8,9 per mille). È anche opinione corrente che certe attività professionali o certi modi di vita, legati all'appartenenza a una classe o a una categoria sociale, comportano dei rischi di morte prematura. Ma il George giunge alla conclusione che, « al di fuori dell inchiesta sociologica, è assai difficile passare da un apprezzamento di tipo qualitativo ad una vera misura di tipo quantitativo » (p. 76), relativamente a questo fenomeno. Nel trattare della geografia dell accrescimento naturale, il George non si !imita a presentare i « tipi » numerici dell'accrescimento e la loro ripartizione, ma va alla ricerca degli « stili di accrescimento ». Per riuscire nel suo scopo, egli fa intervenire nello studio dell'accrescimento della popolazione - oltre a fecondità e mortalità considerate staticamente - una terza nozione, quella del senso dell'evoluzione quantitativa dei due fattori dell'accrescimento; cosa che rende, appunto, possibile di precisarne lo stile. La seconda parte del volume co1nincia dalla premessa che cc due complessi di dati - che possono entrare in contraddizione - determinano la ripartizione degli uomini sulla ten·a, quello che regola il sostentamento materiale della popolazione e quello da cui dipende la conservazione e la sicurezza dell'organismo umano ... In senso generale non è inesatto dire che il popolamento del globo è stato determinato più dalla ripartizione delle risorse necessarie alla vita che dall'azione diretta dell'ambiente naturale e degli agenti fisici, perché l'uomo dell'epoca pre-industriale prelevava le sue risorse fondamentali sotto altre forme di vita: la vita vegetale e la vita animale. La sua presenza era dunque legata a quella delle piante o degli animali, essi stessi 125 Bibliotecaginobianco /

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