Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

il definitivo affrancamento da ogni forma di filosofia della storia, quale potrebbe essere anche ... un'interpretazione sistematica o ' assoluta' dello storicismo », ossia dello stesso storicismo crociano. Vogliamo dire cioè che nella fattispecie, mentre la teoria crociana del progresso con1e positività della storia va certamente ritenuta come la meno elusiva delle risposte che al difficile problema sono state date dai contemporanei, è poi soltanto il concreto e instancabile lavoro di approfondimento teoretico e storico dei suoi tempi e della sua metodologia che può dare allo storicismo crociano, come ad ogni altra filosofia, la possibilità di perpetuamente rivivere e perpetuamente reinserirsi nel circolo della cultura e del pensiero. E in questo senso le pagine del Franchini vanno giudicate come un prezioso contributo. [G. G.] Storia ANTAL - L'insoddisfazione per un'analisi puramente formale dell'opera d'arte, unita al rifiuto del modello dell'artista ereditato dalla cultura romantica, ha dato origine ad una serie di studi empirici sull'uomo artista engagè dans le monde, caratterizzati dal desiderio di fornire conoscenze più che di comunicare emozioni. « Il compito dello stori~o dell'arte sia in primo luogo di non approvare o disapprovare una data opera d'arte ... ma di cercare di comprenderla e spiegarla ... » leggemmo in un articolo di Frederik Anta!, pubblicato su cc Società » nel 1954, ed ora quelle proposizioni metodiche le troviamo verificate in un compatto volume dello stesso autore su La pittura · fiorentina e il suo ambiente sociale nel Trecento e nel primo Quattrocento (Torino, Einaudi, 1960). La novità del volume dello Antal, che pure tra gli studi di ispirazione marxista si pone con una particolare serietà e testimonia una competenza incontestabile (di contro a lavori compilatorii di storia sociale dell'arte del tipo di quello dello Ha user), sta nel comparare l'asse dell'evoluzione economico-sociale e quello del divenire artistico servendosi di un termine intermedio: il pubblico e, per esso, il committente. Intendiamoci, questa del pubblico non è una novità assoluta, nel campo degli studi sulla letteratura i critici delle cc convenzioni » elisabettiane e la scuola di Chicago hanno insistito st11la necessità di tener conto, per la migliore comprensione dell'opera d'arte, del pubblico a cui essa è destinata; ma Antal ha fatto qualcosa di più, spingendosi fino a stabilire le variazioni sociali del pubblico ed il rapporto tra il gusto e la situazione economico-sociale, e non si può negare che le sue conclusioni riescano per più aspetti illuminanti. Il problema, di cui il volume si presenta come soluzione, è quello della coesistenza di stili contrastanti e opposti, neilo stesso tempo e nella stessa città, coesistenza che esclude ogni presunta unità epocale e che egli non crede spiegabile con le sole ragioni dell'arte. Rifiutando quindi il metodo per cui « le variazioni dello stile vengono spiegate con le variazioni dello stile », ne ha cercato la causa in qualcosa di più profondo e concreto. L'arte, per Antal, esprime la mentalità dei co1nmittenti la cui concezione della vita è, 121 Bibliotecaginobianco

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