• CRONACA LIBRARIA Saggistica FRANCHINI - La nostra epoca è tutta piena dei problemi dello sviluppo e della emancipazione di paesi e di ceti da condizioni di inferiorità e di arretratezza. In genere le classi politiche del nostro tempo sono piuttosto co1Tive nell'accaparrare il futuro al presunto buon esito della loro azione. Il « piano », questo tipico strumento dell'azione pubblica in tanta parte del mondo odierno, è appunto l'espressione più immediata, e da un certo punto di vista più ingenua, della fiducia nella possibilità non solo di realizzare una serie di progressi, ma di predeterminarne la portata e la successione. Nè è soltanto l'azione pubblica a distendere tranquillamente i suoi termini tra un anno e l'altro e a predire i progressi che essa compirà in tale periodo. La ricerca tecnico-scientifica viene concepita allo stesso modo quando si afferma, ad esempio, che il tale paese ha due o tre o cinque anni di ritardo rispetto al tale altro paese nella fabbricazione di un determinato tipo di attrezzature o di strumenti. I teoremi, per così dire, che soggiacciono a ragionamenti del genere si possono pertanto ridurre sostanzialmente a due: 1) in ogni condizione (civile o scientifica) è possibile realizzare un determinato sviluppo ( =progresso); 2) tale sviluppo dipende dalla razionale e prevedibile organizzazione dei mezzi di cui gli uomini dispongono. E si può anche notare che lo sviluppo di cui così si parla è solo nell'apparenza un progresso ad finituni; un progresso verso un termine particolare e che tende ad esser noto fin dapprincipio. Nella sostanza, invece, il progresso così prospettato è tale che ad ogni prevista o pre4eterminata scadenza esso può aprirsi una nuova via, e prendendo le mosse dai suoi stessi punti di an·ivo si risolve in realtà in un progresso ad infinitum. Ottimismo, dunque, della ragione politica e della ragione tecnico-scientifica. La constatazione potrà sembrare strana o discordante rispetto al cliché sotto il quale la nostra epoca viene presentata o suole spesso presentarsi essa stessa: tempo di crisi, crepuscolo della civiltà, stagione dell'angoscia esistenziale. E certo la contraddizione non può essere negata. Essa diventa anzi pit1 pungente quando viene prospettata non solo come generica contraddizione tra progresso della vita pubblica o della ricerca tecnico-scientifica, da un lato, e Weltanschauung pessimista dei filosofi o dei moralisti, dall'altro; ma anche come contraddizione specifica tra lo stesso progresso politico o tecnico-scientifico ed i risultati o i pericoli ai quali esso mette capo (civiltà di massa o sterminio atomico). Ed è allora possibil~ ritenere la implicita o esplicita fede 118 Bibliotecaginobianco
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