............................................................................... _ . . . .............................................................. -, .............................................................................................. , . .................. . .................................................................................... "'.\•" sbocco o di rifornimento e come zona ottimale per il reclutamento di manodopera a buon mercato; ma non venga servito esso stesso dalle nuove iniziative, che potrebbero restare estranee, nella loro dinamica e nella loro articolazione, alle esigenze e alla struttura, non dire1no di una grande politica regionale di sviluppo, ma anche soltanto alle esi- .genze del normale sviluppo e della normale vita economica locale. Il pericolo, cioè, sta nel fatto che - su scala molto maggiore e, quindi, con aspetti negativi e positivi anch'essi ampliati - si ripeta per la nuova industrializzazione ciò che si verificò per la vecchia industrializzazione di questa o quella zona, di questa o quella città meridionale, con la fondazione di imprese segregate 11ella propria· logica produttiva, isole (nel migliore dei casi) di mo,dernità economica in un ambiente che persisteva nel suo grado medio di depressione civile. In tal caso il sistema degli appalti e dei sub-appalti intorno alle imprese maggiori distorce sul nascere le probabilità di formazione di una' classe industriale locale; mentre l'aumento del reddito ed il miglioramento del te11ore di vita, conseguenti all'incremento dell'occupazione, si traducono in una sorta di « emigrazione all'interno », sostitutiva· (psicologicamente e materialmente) di quella all'estero o al Nord. Nel caso di iniziative direttamente o indirettamente controllate dallo Stato (IV Centro Siderurgico a Taranto, iniziative ENI, e così via) molte delle conseguenze negative possono essere evitate in partenza. Per le iniziative private, legate ai rigidi imperativi del profitto, il pericolo è invece più grave. L'altro pericolo di cui parlavamo è invece offerto dal fatto che esigenze di demagogia elettorale, ignoranza o inettitudine, o altri tipi di speculazione, operino contro i processi in atto o auspicati di concentra'- zione degli investimenti e contro la formazione di « poli di sviluppo », rivendicando invece una industrializzazione diffusa e l' cc eguaglianza delle opportunità » per tutta quanta l'area meridionale. Ad un certo momento è sembrato che il patrocinatore di questa impostazione, che ha così raggiunto una considerevole consistenza politica, sia divenuto l'on. Colombo. Ma è forse interessante notare che t1na tale impostazione aveva trovato, negli a11ni precedenti, una quasi analoga formulazione nelle assemblee frontiste del Movimento di Rinascita; formulazio11e che appare ripresa e, in un certo senso accentuata nella campagna regionalistica promossa ora dal PCI. Ad ogni modo, è certo che, nonostante pericoli siffatti, i sostenitori più o meno interessati della qualificazione professionale (in vista di un incremento dell'emigrazione) e del turismo come uniche positive passi10 Bibliotecaginobianco
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