Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

situazioni di governo. Riuscì infatti a realizzare il CIFE a Salerno, suo collegio elettorale, dopo che ne era stata iniziàta la costruzione a Cattolica, e successivamente presentò al Governo un disegno di legge per la creazione di altri 20 centri residenziali perchè si potesse disporre annualmente di circa 20 mila operai qualificati da destinare al~ l'emigrazione. Il CIFE, costruito su un'area di 46 mila metri quadrati, con la collaborazione tecnica dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro e del Bureau International du Travail, ha sede in quattro fabbricati (due destinati ad officine, uno a collegio, l'altro ad uffici), il cui allestimento compresa l'attrezzatura meccanica è costato circa un miliardo. La spesa è gravata quasi completamente sul bilancio della fondazione cc Figli degli Italiani all'estero » (praticamente sui fondi a disposizione del Sottosegretariato all'Emigrazione), mentre all'acquisto delle machine utensili hanno contribuito in misura cospicua il Committee for American Remittanges to Everywhaere (CARE), la Cassa per il Mez: zogiomo ed il Fondo di Ristabilimento Europeo. Sebbene il CIME vi esercitasse un controllo diretto - un suo esperto è stato distaccato a Salerno - sul Centro è pesata l'ipoteca politica e paternalistica dell'on. De Martino. Fu imposto infatti un direttore che prima di allora non si era mai occupato di emigrazione e di addestramento professionale, mentre il numero dei dipendenti salì a 106 unità; per essi la sola esperienza richiesta consisteva nell'attivismo politico a sostegno dell'ex leader vespista. Quella situazione paradossale (più di cento impiegati per 300 allievi) diffuse i germi della crisi che sarebbe scoppiata in maniera violenta all'epoca del Ministero Tambroni: De Martino non venne riconfermato a Sottosegretario all'Emigrazione e sostanzialmente perdette ogni controllo sul CIFE. Alcuni avversari di partito, soprattutto quelli che avevano conseguito posti di gov.erno, divennero aggressivi al punto da minacciare discredito intorno all'amministrazione dell'istituto. In realtà - risultata palese la sua funzione di sottogoverno (per esempio la gestione del bar, ristorante e convitto è stata affidata alla Pontificia Opera di Assistenza) - da più parti si chiese che De Martino passasse la mano. Le trattative però furono condotte in un clima di sospetto e di allarme per la stessa sopravvivenza dell'istituto, tanto che il Ministro del Lavoro fece esperire delle caute indagini sull'amministrazione dei corsi. Lo scontro tra le fazioni D.C. si risolse con il licenziamento del direttore e dell'ingegnere capo - cariche che poi sono rimaste scoperte - e di circa 112 Bibliotecaginobianco •

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