Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

incidevano su un altro aspetto dell'interesse del pubblico italiano verso ]e regioni meridionali. Alludiamo alle iniziative industriali realizzate nel Sud in questi ultimi anni. Esse si possono distinguere in almeno tre categorie: iniziative relative al ridimensionamento di vecchie azieJ?- de IRI; iniziative isolate di privati imprenditori meridionali e non meridionali; iniziative spontaneamente o programmaticamente convergenti di gruppi privati e non privati che hanno determinato o sono suscettibili di determ'inare rilevanti fenome11i di industrializzazione di più o meno vaste zone. È intuibile facilmente la molto maggiore importanza di queste ultime iniziative, che sono anche il fenomeno più recente. Iniziative del genere hanno finora investito il corno sud-orientale della Sicilia, fra Catania e Ragusa; e sono alla vigilia di investire l'intera zona centrale della Puglia nel triangolo Ba'ri-Brindisi-Taranto, con l'importante appendice lucana di F·errandina. La concentrazione degli investimenti e la individuazione di cc poli di sviluppo » - ripetute e fondamentali affermazioni della scienza economica· non meno che della pubblicistica democratica - sono sembrate così ricevere un principio di attuazione. Nello stesso tempo la scoperta dj nuove risorse energetiche nello stesse zone sopra segn.alate (petrolio siciliano e metano di Basilicata1)ha dato a queste iniziative il crisma di una indiscutibile validità economico-imprenditoriale. Grazie a tali sviluppi, l'interesse del mondo grande-industriale per il Mezzogiorno si è di recente notevolmente risvegliato anch'esso. E non più in chiave di interesse allo sfruttamento della politica per la creazione nel St1d delle infrastrutture, così come erano intese dalla teoria· del cc primo tempo »; bensì nel quadro di una politica di espansione azien,dale nella fase di alta congiuntura attraversata dal nostro paese e, quindi, nel quadro della possibilità, chiaramente intravvista, di una ristruttura·zione dell'intero mercato e dell'intero sistema economico nazionale. Di fronte a questo elemento, cl1e si può giudicare largamente positivo, si sono però profilati fin dapprincipio due pericoli. . Il primo è costituito dalla evidente possibilità che le iniziative del Mezzogiorno servano alle esigenze di mercato dei singoli gruppi imprenditoriali in maniera così esclusiva o con criteri talmente ristretti che - anzichè aversi un vero e proprio processo di n1dustrializzazione del Sud con tutte le sue conseguenze eco11omiche e sociali - si abbia un processo di industrializzazione di tipo che defìnire1no, per intenderci, coloniale o semi-coloniale: vale a dire che il Sud serva come zona ottimale di localizzazione della produzione rispetto ai mercati di 9 Bibliotecaginobianco

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