Nord e Sud - anno VIII - n. 18 - giugno 1961

sorpassa questa nella mollezza e nel vizio, nel sudiciume. Nessuno vuoJ lavorare, una gran quantità vive di elemosina, per pura poltroneria, la classe operaia lavora con un terzo di rendir11ento della nostra. Vivo110 malissimo, ciò lor non importa, basta campare senza faticare ». E Farini scriveva a Cavour da Teano il 27 ottobre 1860: : cc Che paesi son ~ai questi, il Molise e Terra di Lavoro! Che barbarie! Altro che Italia! Questa è Affrica, i beduini, a riscontro di questi caffoni, son fior di virtù civile. E quanti misfatti! ... » E Giovanni Man11a scriveva nel 1862: « Si direbbe che son due popoli fatti per vivere due vite diverse, si che messi insieme e non potendo intendersi, gli uni dovessero alla lu11ga noiarsi e infastidirsi degli altri » 4 • Ma già nella frase del Solaroli sono presenti pressappoco tutti que gli atteggiamenti che hanno cristallizzato ·uno stereotipo del meridionale sviluppatosi a parer nostro sulle descrizioni del meridionale di città, e più clel napoletano cl1e del palermitano o del barese. Più tardi la macchiettistica napoletana e quella romana, favorite al massimo dal qualunquismo .di stampo fascista del periodo tra le due guerre, hanno contrib11ito non poco alla diffusione e alla fissazione di 11no stereotipo del meridionale e del romano (che al Nord è considerato come meridionale) che l1a avuto un nuovo rafforzamento col cinema del dopoguerra (si pensi per esempio ai personaggi del primo Totò, a quelli di Peppino De Filippo e di Alberto Sordi e a tutto il cjnema dialettale degli anni tra il 1948 e il 1955). Questa nostra breve rassegna, non l1a evidentemente la pretesa di essere uno studio storico nè uno studio sociologico sul pregiudizio etnico 5 , ma si ricollega ad alcuni studi sociologici con l'analisi di un materiale che caratterizza alcuni di questi pregiudizi; e a chi questi studi intende fare può forse fornire materiale per utili considerazioni. Sono finora pochi gli studi in Italia cl1e possano servire da punti di riferimento per la migliore comprensione delle lettere e delle opinioni accennate. Quelli del Battacchi e del Canestrari, basati su una stessa ricerca, sono limitati a due gruppi di 50 meridionali e_ 50 settentrionali, st11denti universitari, e pertanto le loro conclusioni non sono generalizzabili; tanto è vero cl1e nella ricerca della Fonzi, limitata a quattro gruppi di settentrionali, operai, allieve assistenti sociali, studentesse e studenti •di sct101amedia superiore, nelle opinioni degli operai sui meridionali cc vi è una netta preponderanza di scelte di attributi che 4 E. PASSERIN n'ENTREVES, L'ulti1na battaglia politica di Cavour, Ilte, Torino 1956; co1ne i seguenti è riportato da Ada Fonzi, in un suo studio citato più avanti. 5 Vedi in BATTACCHI, Meridionali e settentrionali nella struttura del pregiudizio etnico in Italia, Il Mulino, Bologna 1959, la definizione a p. 16: « •. .Il pregiudizio etnico è, come conoscenza, una forma di conoscenza etnologica antiscientifica che si esprime in una credenza, assolutistica ed irreversibile, nella dotazione naturale o essenziale di un gruppo etnico; più in particolare, attualmente, nella datazione razziale o costituzionale (pregiudizio razziale in senso stretto) ». 102 Bibliotecaginobianco

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