Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

che espongono opere moderne, non posso110 considerarsi una vera cc presenza ». Piuttosto un errore, o 1neglio una eccezione alla regola. Infatti, nella coscienza delle collettività meridionali anche colte, e persino a livello universitario, l'arte moderna 11el Sud non sembra essere ancor giunta. Mentre nel Centro-nord l'arte moderna ha u11 suo posto, una sua funzione - posto e funzione di carattere collettivo: accompagnamento corale al modificarsi della società 11elmutamento radicale delle sue strutture economicl1e ed etiche, psicologiche e sociologiche - qui, nel Sud, come già rilevarnmo anni fa inizian·do questi interventi, la situazione si può la1Jidariamente sjntetizzare con t111 « Per l'arte, Cristo si è fermato soltanto a Roma! ». Potrà sembrare discorso sterile questo spezzar lance a favore del1' arte moderna. cc Ma a che pro? - si dirà -- No11 l1a il Mezzogiorno immani problemi t1mani e sociali ancora da risolvere? Non è darsi al gioco intellettuale più ozioso discorrere di de1Jressione artistica, qt1ando il problema del lavoro urge tuttora alle porte di vaste moltitudini? ». Già si potrebbe rispondere a tab domande con la ovvia considerazione cl1e non è op·portuno rigt1ardare soltanto ai problemi materiali del vivere, ma bisogna interessarsi alme110 un poco a quelli spirituali. Superan-do tt1ttavia la ingenuità e genericità di tale consiclerazione, ci l)are culturalmente utile im1)ostare la questione in tutt'altro modo, oggi non ancora affiorato alla coscienza dei più. Si tratta di mettere a contatto la situazione sociale - data dalla progressiva industrializzazione in atto dappertutto - co11 i fenomeni psicosociologici connessi a tale metamorfica realtà. S1Jesso le estetiche, troppo impigliate al 1)roblema del bello e del brutto, tralasciano di 1Jorre in lt1ce la reale fu11zione -dell'arte moderna rispetto alla società 11ella quale viviamo. Invece, soltanto in ~na prospettiva che rei11serisca l'arte moderna 11ella storia del nostro tem1Jo, il peso e la dimensione del fatto estetico può assumere nna configurazione cl1e lo s1Jieghi nella sua totalità, nel suo soddisfare determinate ricl1ieste collettive, rese imperative dagli equilibri del mondo in trasformazione. Diremo in11anzi tutto che l'arte 111oder11ap, er lo più, non rappresenta il mondo visibile, 1na il 1nonclo clel profondo. Quel mondo cl1e, se non è visibile, l1a tuttavia la sua realtà specifica tanto nell'operare dell'individuo quanto nel dimensionarsi di 11uove collettività. Il mo11do del profondo si manifesta a11zitutto, allo stato pressocl1è puro, nelle poetiche artistiche d'ordine astratto o di tipo astratto-simbolico. A prima vista, sembrerebbe che codesti li11guaggi non possano avere alct1n ad94 Bibliotecaginobianco

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