Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

cc vere t1na storia affasci11a11tee sardonica, malinconica e gargantuesca, cc meschina e spavalda, una storia da far l'Jaura e da far ridere, con uocc mini mediocri di bt1ona volontà e una situazione da far impazzire un cc gigante, dove forse gli uomini sembran più piccoli perchè le cose cc sono di proporzioni disperate. Chi è qt1ell'italiano così spietato e così cc lucido, così privo di speranza e pieno di compassione per la Patria, cc che si accingerà a scriver la storia di quest'anno? Il primo consiglio cc che darei a chi si volesse accingere a mettere ordine intellettuale nel cc tumulto delle cose accadute in quest'anno è quello di badare alle gecc nerazioni che si sono scontrate nella fatale primavera del '45 ... » « ... Chi vorrà ficcar lo viso a fondo in questo dramma italiano, dal fascicc smo al postfascismo, deve guardare attentamente, amorosamente, alla cc sorte delle varie generazioni cl1e vi sono state coinvolte, distinguerle cc e identificarle. Le generazioni sono il segno vivo umano della storia; cc più sanguigno delle classi, più corale degli individui; sono, framcc mezzo a mille rivoli irrintracciabili, un solco di solidarietà di destino. cc La forza· o la viltà di una generazione salva o perde una nazione. cc Amendola e Matteotti non poterono nt1lla contro la viltà di contem- << poranei formalisti o farisei, così come il fascista onesto non potè im- « pedire che il gran n1ale della corruzione unghiasse l'Italia e la dilac{ niasse, sì che ancor ne soffre e ne dolora 1 • Ogni generazione avrebbe « bisogno di distendersi normalmente nel tempo; e invece la storia ne « altera i ritmi e ne frattura i tempi, allunga la vita dell'una, abbre- « via l'esistenza dell'altra. E una è ancor troppo giovane a trent'anni, « timida e spaurita di fro11te a una storia che continua a stu,diare e « teme di vivere, e scambia il libro per il Foro, la prostituta per l'ace more, il mitra per la· dimostrazione. E altre ve ne sono che a quaran- « t'anni sono vecchie e avvizzite. Stritolate adolescenti, quando ancora cc la storia non era pane per i loro denti troppo bianchi, portano per « tutta la vita la piega amara della delusione. E la sola cosa che san fare cc pienamente è pienamente soffrire. Voltano le, spalle alla gioia eppur cc la desiderano; irridono alla fede con la nostalgia dei cari sogni percc duti: uno scetticismo molle, fatto d'esperienza più intuitiva che intelcc lettuale, è il loro ultimo rifugio. Forse, se qualcuno guarderà alla « storia d'Italia di oggi con questo animo di comprensione umana vedrà « che quest'ora è segnata dall'incontro di due generazioni, troppo gioe, vane l'una troppo vecchia l'altra rispetto a quell'eterna misura •di norcc malità che è la propria età. E capirà perchè le cose vecchie fanno cc fatica a esser cacciate dalle idee nt1ove » 3 • Nel corso del recente dibattito -di cc Nord e Sud » sul cc Liberale in Italia» (al qu.a1e pur vorremmo per parte nostra contribuire ril)ren3 PAGGI, Il mistero di un anno, in « Stato Moderno», 5 settembre '46; V1cTOR, Generazioni, ivi, 20 dicembre. 76 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==