lo stesso ordi11e di grandezza i11dicato, per il fenomeno dell'inadempienza all'obbligo scolastico, da qualcuna delle rarissime inchieste che se ne sono interessate, sia pure per zone assai ristrette del territorio provinciale. Si deve, in sostanza, ritenere che, con modeste oscillazioni da anno ad anno, la leva scolastica perde regolarmente in provincia di Napoli il 15o/o dei suoi effettivi. Quali sono le cause del tenace persistere di questo fenomeno che allontana, oggi come ieri, la radicale soluzione del problema dell'analfabetismo napoletano? Anche a questa domanda non è possibile rispondere con assoluta precisione. Una' inchiesta (cfr. tabb. 35 e 36) - dando i risultati di due rilevazioni eseguite l'una nel 1957-58, l'altra nel 1959-60, in alcune sezioni della città di Napoli - concludeva che per circa due terzi l'inadempienza all'obbligo scolastico era provocata dall'abbandono educativo-morale in cui i minori erano lasciati dai genitori. La miseria materiale risulta va influire in circa 1'8 o/o dei casi nel primo anno e in circa il 15o/o dei casi nel secondo anno. Il lavoro precoce agiva nella misura del l0o/o dei casi; ed altre ragioni in misura ancora minore. Per chi conosce l'ambiente napoletano queste indicazioni appariranno certamente e largamente degne di fede. Esse mostrano in quale ampia proporzione il problema dell'analfabetismo napoletano sia un problema di coscienza civile; e in quale meno ampia, ma tutt'altro che trascurabile proporzione esso sia un problema di miseria (il lavoro precoce è una manifestazione, quasi sempre, di miseria). Tuttavia, non ci p·are che la parte da attribuire alla insufficienza delle attrezzature scolastiche si possa ridurre alle proporzioni indicate nell'inchiesta citata (7,4 % dei casi nel primo anno e addirittura 0,1o/o nel secondo anno). Nell'anno scolastico 1951-52 le classi di scuola elementare funzionanti in provincia di Napoli furono 7.614; le aule a disposizione furono 4.589. Ciò significa che il rapporto classi-aule era pari a 1,66; e che di conseguenza circa i due terzi delle classi ft1nzionanti dovevano osservare almeno i doppi turni. Nell'anno 1958-59 il rapporto classi-aule era sceso a 1,58: ma il miglioramento non era, evidentemente, tale da implicare ormai una felice soluzione del problema degli ambienti scolastici disponibili. Per le scuole statali poi la situazione era anche meno buona, poichè per esse in particolare il rapporto classi-aule era di 1,81 nel 1951-52 e di 1,65 nel 1958-59; nonostante che il miglioramento fosse per esse più sensibile che per l'insieme delle sct1ole elementari della provincia. D'altra parte, uno studio ,del Provveditorato agli Studi di Napoli (cfr. n. XXXVIII) calcolava in circa 2.550 le aule mancanti alle 60 Bibliotecaginobianco
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