Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

necessità di accingersi ad una programmazione economica, alla quale far corrispondere una pianificazione del territorio. L'ing. Marcello Vittorini ha inquadrato la nuova legge, e gli altri provvedimenti che sono allo studio per il settore agricolo, nell'esame della politica agraria perseguita dallo Stato italiano. Tutte le iniziative legislative, settoriali e fram1nentarie, o ispirate a fini nettamente corporativi, particolaristici o protezionistici, hanno portato alla situazione attuale. Lo stesso fervore di studi che si è riscontrato in questo dopoguerra, in campo tecnico-agrario, sociologico, urbanistico, l1a dato ben pochi frutti, dal momento che si è proseguito per una strada sommariamente indicata da schematiche esigenze settoriali e demagogiche. Le esperienze negative del passato devono quin,di essere tent1te ben presenti al momento dell'attuazione di t1na legge che parla di case per i lavoratori agricoli: occorre soprattl1tto evitare che la casa sia concepita come un dono paternalistico, una carità che lo Stato fa a cittadini più bisognosi. La casa deve essere invece considerata come un servizio sociale indispensabile per l'attività produttiva, e come base di una struttura sociale strettamente collegata allo sviluppo economico del paese. Come dovrà essere questa strt1ttura, e quali trasformazioni essa comporta nella struttt1ra territoriale? L'ing. Marcello Fabbri ha contrapposto all'esodo rurale il fenomeno di t1rbanizzazione delle campagne, in atto nelle migliori zo11e agricole del Settentrione, a diretto contatto con i centri industriali e con le città. Qui si vanno diffondendo nelle campagne gli standards di vita urbani, e una organizzazione produttiva più consona alle esigenze di una economia industrializzata. Ciò invece non avviene nel Sud, o nelle zone rurali che offrono intrinseche difficoltà alla nascita di organizzazioni produttive di tipo industriale. La civiltà urbana tarda quindi a diffondersi nelle campagne, e all'arcaica civiltà contadina si sostituiscono i soli effetti negativi della rivoll1zione industriale, con la disintegrazione delle economie tradizionali senza la sostituzione con più evolute strutture. La lentezza con la quale la civiltà urbana e la rivoluzione industriale si diffondono nelle campagne provoca l'esodo della popolazione, la quale cerca di appagare le aspirazioni economicl1e e culturali suscitate dai mezzi di informazione. La tendenza della società attuale è qt1indi verso la rurbanisation, cioè verso la diffusione nelle campagne del livello di vita e degli standards urbani; occorre favorire tale processo, con la creazione di vere e proprie città in campagna, atte a trattenere in loco la massa dei potenziali emigranti, e a divenire esse stesse meta di immigrazione, senza gravare ulteriormente st1lle già intasate aree megalopolitane del triangolo industriale. Per raggiungere questo scopo l'unico mezzo possibile è una pianificazione territoriale che preveda la creazione di una struttura agricolo-indt1striale integrata in qt1elle zone rurali che meglio si prestano allo sviluppo. 48 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==