Sviluppo dell'agricoltura e case ~i contadini Una nuova legge, che porta il titolo di « Norme per la costruzione di abitazioni per i lavoratori agricoli », si è aggiu11ta recentemente ai provvedimenti che stanno per essere presi nel settore é!gricolo. Ma la nuova legge è giunta in anticipo, rispetto a quella che dovrebbe essere la logica operativa, esaltando in tal modo ancor di più q·uel fenomeno tipicamente italiano per il quale prima si prendono i provvedimenti, e poi si studiano gli scopi cl1e quei provvedimenti dovrebbero raggiungere. Così è per il Piano Verde, ora in discussione alla Camera, e cl1e sarà seguito dalla Conferenza dell'Agricoltura, cioè dallo studio della situazione agricola e dei provvedimenti da prendere. Una legge per le case ai contadini, che avrebbe dovuto arrivare per llltima, dopo che le indicazioni generali di politica agraria avessero fìssato la struttura territoriale e degli insediamenti, è invece arrivata per prima, con il risultato che, al momento attuale, non si J)UÒ sapere dove sarà utile costruire le case. A meno che non le si voglia distribuire a spizzico su tutto il territorio, con un'elargizione caritativa, paternalistica e demagogica, continu~ndo in tal n1odo la tradizione della politica dei lavori pubblici così tenacemente perseguita dallo Stato italiano per cento anni. Ma non mancano i motivi di speranza per una migliore utilizzazione della legge. Il Ministro Zaccagnini, per la preparazione del regolame11to di attuazione, ha ricl1iesto la consulenza dell'Istituto Nazionale di Architettura, il quale ha incaricato una apposita commissione di studiare l'argomento. I risultati di questi studi sono stati illustrati il 10 aprile scorso, in un dibattito svoltosi a Roma, nella sede dell'Istituto. Da un esame della situazione agricola italiana il prof. Alberto Lacava ha tratto i dati fondamentali sui quali si sono basati gli studi. Il fenomeno più rilevante fra quelli che caratterizzano l'attuale realtà sociale ed economica è il massiccio esodo rurale, con una rapida e progressiva diminuzione della mano d'opera. D'altro canto l'incremento di produttività non è tale da mantenere una sjtuazione di equilibrio: si hanno quindi cali, in valore assoluto, della produzione agricola. È superfluo far notare la gravità di un simile fenomeno in un paese, come l'Italia, caratterizzato da una generale situazione di sottoconsun10, tanto da trovarsi al penultimo posto fra i paesi europei nella graduatoria dei consumi pro capite di calorje, di proteine e di grassi. Il disagio del settore agricolo l1a alla base il bassissimo livello del reddito, gravato da costi di distribuzione e da costi di produzione che raggiungono valori fra i più alti del mondo. Gli alti costi di produzione sono determinati soprattutto dall'alto costo della meccanizzazione: la struttura dell'impresa agricola italiana non è idonea ad un proficuo uso della macchina e presenta gravissime difficoltà per l'ammodernamento e l'industrializzazione. È necessario partire da una analisi dei singoli territori e delle loro possibilità, operando delle scelte; e in relazione a queste determinare gli investimenti: indilazionabile quindi la \ Bibliotecaginobidnco 47
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