deve svolgere il Ministero delle Partecipazioni Statali per il Mezzogiorno. Ed abbiamo perciò letto con particolare attenzione il punto secondo della parte terza' della suddetta relazione, che riguarda proprio il programma delle partecipazioni statali nel Mezzogiorno. Tale programma, come si sia, deve obbedire ad una particolare 11orma della legge n. 634, cl1e all'art. 2 ( il famoso emendamento Cortese) impone alle aziende a partecipazione statale di localizzare il 40 per cento dei loro investimenti al Sud. Indubbiamente forti erano le resistenze delle aziende a investire nel Sud in sempre maggior misura; e lo dimostra· il fatto che nel decennio passato, negli anni '50, cioè, l'IRI ha riservato al Mezzogiorno appena il 20 per cento dei suoi investimenti lordi, e ancora minore quota è stata riservata al Mezzogiorno dall'ENI. Secondo invece la rela-zione del Ministro Bo, la percentuale degli investimenti che nel programma quadriennale 1961-64 le aziende statali hanno deciso di localizzare nel Sud supera il limite minimo imposto dalla legge, giacchè essa arriva al 44 per cento, con punte che ra'ggiungono il 46 per cento nella siderurgia e metallurgia (impianto di Taranto), 1'85 per cento nella petrolchimica (Gela e Ferrandina) e il 61 per cento nell'energia elettrica e nucleare; con cifre in assoluto rispettivamente pari a 266,153 e 221 miliardi. È inutile qui aggiungere l'enorme importanza che assumono le industrie di base, come quella siderurgica e petrolchimica, ai fini della trasformazione strutturale delle zone dove esse sorgono : i centri produttivi di Gela e Taranto, può affermare giustamente la relazione, si configurano per dimensioni e modernità st1 un livello tale per cui può dirsi che il Mezzogiorno viene dotato di due impianti con un mercato non solo nazionale, ma ancl1e largamente di esportazione. Ed è inutile rilevare l'importanza di tali impianti proprio qui, in questa rivista, che si è battuta per Taranto e Gela, e che vede coronata la sua polemica da prospettive di immediato successo delle iniziative a lungo auspicate e finalmente avviate. Così come è inutile forse rilevare l'importanza degl'investimenti previsti per il settore elettrico, la cui minima disponibilità è stata sempre considerata un'altra strozzatura· ai fini dello sviluppo del Mezzogion10. E fa piacere quindi leggere nella relazione cl1e è necessario che durante i prossimi anni il consumo di energia per impieghi produttivi cresca nelle regioni meridionali con un saggio più elevato. cc In conseguenza· - si legge inoltre nella relazione - dovranno adeguarsi a questa esigenza, che è una delle condizioni fondamentali per la realizzazione dello sviluppo del Mezzogiorno, il programma produttivo e connessamente la politica delle tariffe, quella· della costruzione di nuove reti di trasporto e di distribuzione e la politica degli allacciamenti » . Un altro motivo di soddisfazione per noi meridionali è dato dalla riaffermata volontà di voler dare maggiore importanza e funzionalità all'ISAP? che è passato sotto il pieno controllo dell'IRI: l'iniziativa del45 Bibliotecaginobi~nco
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