Nord e Sud - anno VIII - n. 17 - maggio 1961

sentata· dal Ministro Bo, pro1Jrio quando vi si legge che, allorchè la legge istitutiva del Ministero pose l'obbligo della presentazione di una cc Relazione programmatica », si ritiene necessario, evidentemente, che il Parlamento discutesse non su si11goli progran1mi aziendali, ma la « politica delle partecipazioni » e quindi gli obiettivi assegnati ag1i enti ed alle imprese ed i mezzi necessari per il loro raggiungimento. Da questo curioso richiamo al compito del Parlamento traspare evidente una certa polemica con le singole aziende statali, e una aperta preoccupazione da parte dello stesso Ministero di non essere in grado sia pure sommariamente ed in sintesi, di chiarire al Parlamento le sue posizioni, di fornjrgli una base di discussione di preparargli dei testi concreti della sua politica delle partecipazioni. Ed infatti, più sotto, la relazione stessa aggiunge che « la preparazione di un documento siffatto non può essere d'altra parte che il risultato di una evoluzione del sistema delle partecipazioni statali, nel senso del suo progressivo inserimento nell'ambito della politica economica governativa ». Il che significa che soltanto in un futuro più o meno prossimo potremo leggere qualcosa di simile percl1è tale « evoluzione sarà tanto più rapida quanto più decisa sarà ]a volontà di portare a massiina coerenza il fenomeno dell'intervento economico diretto allo Stato. È nel quadro di questa esigenza che dovranno essere affrontati alcuni problemi cli fondo concernenti la precisazione, diversificazione e suddivisione di compiti tra Ministero, enti ed imprese. Sotto certi aspetti la prassi richiederà alcuni perfezionamentj ed approfondimenti al fine di consentire al Ministero una più tempestiva ed adeguata conoscenza dei singoli programmi di s iluppo, una più efficace valutazione d i loro probabili effetti e, quindi, una più organica partecipazione del Yl inistero stesso alla formulazione delle linee di svi]uppo dei singoli settori ... In relazione a tale obiettivo assume particolare iinportanza nell'azione governati a la necessità di pervenire ad una programmazione a lungo termjne delle attività delle imprese a partecipazione statale ». Abbiamo voluto riportare integralmente questi 11assi della relazione, proprio per dimostrare come fino a questo momento da parte del Ministero sia mancata una vera e propria azione di stilnolo, di coordinamento e di orientamento del settore ad esso affidato. Quest'azione non si sarebbe risolta in uno svuotamento dell'autonomia delle singole aziende, ma sarebbe servita invece al governo stesso per impostare su più serie basi il suo programma di sviluppo. Nè d'altro canto, vale il ragionamento contrario di chi asserisce che in fo11do le aziende consociate hanno dato frutti sorprendenti anche o soprattutto in assenza di un indirizzo generale di coordinamento cla parte del Ministero. La verità è che, invece, anche in questo campo, i vari governi che si sono succeduti non hanno saputo o voluto qualificare la loro attività economica in base a una ben prefissata programmazione; e questo non per u11 certo rispetto dell'autonomia delle aziende statali ma per la solita paura· di apparire statalisti o socialisti. 43 Bibliotecaginobianco

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